Kobane è in Syria, Kobane è Kurda.
“C’è un regime in Syria? Si! Ma è un regime che va cacciato democraticamente, dev’essere il popolo siriano a scegliere, non altri!”
A parlare è Apo, curdo, sotto i quaranta, immigrato che cerca di avviare una attività di ristorazione particolare, offrendo cioè varie possibilità di cucina, dalla cottura alla consegna a domicilio dei cibi già pronti passando per la possibilità di gustare direttamente a casa sua i suoi menu di varie cucine e culture. Sulle immagini dei combattimenti e di scene di vita Curda continua:
“Noi curdi abbiamo smesso da un pezzo, di credere che quella in atto laggiù sia una guerra di religione. All’Isis, della religione, fondamentalmente, non gli importa nulla, loro trovano sempre una scusa per uccidere chi non gli serve, ti chiedono: “sei musulmano?” – “sunnita?” – “quante memorie ha il corano?
Qualsiasi sia la tua risposta, il tuo destino non cambierà, se si fidano a farti combattere o se servono braccia, almeno per qualche altro giorno resti in vita, altrimenti di coltello, di mitra o rivoltella mettono fine ai tuoi pensieri terreni.
A Kobane noi curdi ci siamo difesi, sempre, da Assad prima, anche senza arrivare all’uso delle armi, dalle creature di Hillary Clinton ora, perché per sua stessa ammissione sappiamo che l’Isis è una creatura nata nei laboratori di geopolitica della CIA alla quale è poi sfuggita di mano, spingendoli ad avere un atteggiamento sempre più ambiguo. Non tutti si ricordano di Mohammad Najibullah, leader afgano filo sovietico, fatto uccidere e mutilare attraverso false dottrine coraniche, sanguinarie, professate e divulgate da emissari della CIA fra i talebani afgani e pakistani, oggi uniti dalla sigla Isis e non certo dal Corano, che non ammette scempi o carneficine, assolutamente.
Noi curdi difendiamo il nostro territorio e difendiamo chi in quel territorio vive, siano essi arabi o turcomanni, non chiediamo di che religione è il nostro vicino prima di sparare e difenderlo da chi lo vuole invadere, stuprarne moglie e figli e poi straziarne i corpi. Abbiamo liberato Kobane ed ora stiamo liberando i villaggi intorno, da soli, nessun casco blu, nessuna distribuzione di viveri o di medicine, eppure l’emergenza sanitaria e sociale è all’estremo, milioni sono oramai i profughi. La tratta degli schiavi, specie delle schiave, si è riattivata, per non parlare del traffico di organi e di minori che spariscono nel nulla. C’è molto, troppo sottofondo che non si vede, ma c’è, dove una marea di interessi economici spazzano via la dignità, l’identità e il territorio di pacifici popoli e lo fanno in nome di una supremazia e di un progresso che nemmeno sanno guidare, dirigere, ma sono sempre pronti a sacrificare milioni di vite, le nostre.”
“La Collina” – Serdiana – 30/05/2015
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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