Dalla mia storia strappacuore sull’esame di maturità saranno omessi i nomi, perché i protagonisti non cercano visibilità.
Comunque ve la racconto lo stesso.
Voi pensate ad una signora di mezza età che i suoi studi li ha già completati da un pezzo e la sua bella laurea in giurisprudenza l’ha appesa alla parete da qualche decennio. Questa signora ha una famiglia felice, un buon impiego pubblico e vive in un luogo della Gallura dove qualche anno fa è stato aperto un centro di accoglienza per immigrati. Tra questi immigrati ce ne sono tanti arrivati sui barconi, con una voglia matta di imparare l’italiano, di studiare e di prendere il pezzo di carta.
La dottoressa potrebbe trascorrere il suo tempo libero in tanti modi, dedicandosi a sé stessa. Invece prende a cuore le sorti di quei ragazzi. Li spinge ad iscriversi ad una scuola serale e, con loro, alla scuola serale si iscrive lei stessa. Ogni pomeriggio la dottoressa si mette in macchina, carica a bordo gli alunni e assieme vengono a scuola a seguire le lezioni. “Vengono a scuola”, perché quella scuola è la mia scuola e uno dei primi docenti di questa strana classe sono stato io.Ieri, la dottoressa e i suoi alunni arrivati in Italia sui barconi si sono seduti in un’aula, con i loro bravi dizionari sottobraccio, per il piacere di misurarsi con la prova scritta di italiano.Prima che entrassero li ho abbracciati a lungo. E ho pregato per loro e per la dottoressa, ringraziandoli per tutto quel che di meraviglioso mi hanno insegnato.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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