E’ inutile, quando si urla “notti magiche aspettando un gol” si ritorna indietro a Baggio, Vialli (un po’ meno in quell’occasione) e Schillaci che con i suoi occhi spiritati ci fece davvero sognare in quel mondiale del 1990. La canzone è stata sistemata per ultima nella scaletta di Gianna Nannini che a Castelsardo ha salutato l’inizio del nuovo anno. E’ stata una carrellata di successi cantata da migliaia di persone festanti e agitate solo dall’anima rock della cantante senese. Tutto è cominciato con il suo pezzo più rock e più scorretto del repertorio: quell’America che non è un paese ma un approccio immenso e sensuale tra due corpi che si cercano. Gianna Nannini per me è proprio l’America ed è “fotoromanza” la canzone che la rese famosa nei primi anni ottanta e quell’album era una cassetta originale comprata a Lucca quando mi trovavo, nel 1984, per lavoro. Dalla sua terra apprezzai le sue canzoni, quel suo modo graffiante di raccontare le storie, quella voce roca e dura che ha saputo essere anche dolcissima quando ha cantato della figlia. Un concerto non lunghissimo – quasi due ore – all’insegna del politicaly correct. Non c’è stato nessun problema, non si sono notati bicchieri o bottiglie di vetro, nessuno spray al peperoncino, neppure botti fuori ordinanza. Una dimostrazione di grande serietà da parte di tutti, uno spettacolo vero. E sulle note dei maschi che camminano sulle forme di Mirò il 2019 è arrivato in una notte piena di stelle. Sarà di buon auspicio. Speriamo. Buon anno a tutti i nostri lettori, buon anno di buone parole e perché no, anche di buona musica.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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