Giovanni Satta alle ultime elezioni regionali ha ricevuto 1522 preferenze e ora rivendica dalla sua cella il suo posto nell’assemblea di via Roma: può sembrare grottesco ma ne ha diritto, perché nessuno è colpevole sino a sentenza definitiva. Sparare su Satta è facile e del tutto comprensibile. Però bisognerebbe chiedersi come sia arrivato uno come Satta ad occupare importanti incarichi politici – è stato segretario provinciale dell’Udc – e ad ottenere la candidatura al Consiglio regionale, nel 2014. Nel 2014 Satta risultava già pesantemente coinvolto nell’inchiesta giudiziaria sul crack finanziario della Buddusò servizi, per la quale era finito agli arresti domiciliari nel 2009. Nel 2010 – cercate L’Unione Sarda del 17 novembre, articolo di Nicola Pinna – Satta risultava intercettato nell’inchiesta su un traffico di esplosivo tra Sardegna e Corsica. C’era motivo, insomma, per dubitare dell’adeguatezza di Satta a ricoprire certi ruoli, da amministratore e da uomo, come Nardo Marino ha osservato su questa pagina alcuni giorni fa. Designare una candidatura istituzionale dovrebbe essere, in un Paese maturo, compito di controllori severi, inflessibili nell’indagare ogni aspetto di chi aspira a rappresentare lo Stato, da consigliere comunale come da parlamentare della Repubblica. Chi avrebbe dovuto controllare la candidatura di Satta? I vertici dell’Unione dei Sardi, già Unione democratica sarda, una specie di succursale isolana dell’Udc fondata dall’eterno Mariolino Floris: il che conferma come non basti veder affisso il simbolo dei quattro mori fuori dalla locanda per essere certi che il vino servito al bancone sarà buono. Mariolino Floris, eletto proprio col Partito dei Sardi, è consigliere regionale dal 1978 e per due volte è stato presidente della Giunta. Sulla selezione della classe dirigente del suo partito bisognerebbe chiedere conto anche a lui, data la sua esperienza e il suo considerevole potere personale. Se un detenuto per un presunto traffico di droga risulta eletto alla Regione, è troppo comodo limitare il problema solo a lui. Ma è esattamente così che finirà.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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