Quello che diventa insopportabile è l’insulto gratuito alla libertà di scelta. Possibile che non si possa amare un cantante, cantare quella canzone senza dover essere automaticamente deriso, sfanculato e gettato sulla pubblica piazza come inetto, drogato, stupido e chissà cos’altro ancora? Perché sulla pagina facebook di ognuno di noi non può campeggiare la scritta “amo Vasco Rossi” e quindi, più prosaicamente, amo le sue canzoni? Non si può fare perché ci sono subito dei sedicenti saccenti (ah… Umberto Eco quanto avevi ragione) che urlano e dileggiano: ti piace un drogato, dovrebbe stare in galera, non ha voce, canta in playback e si vede benissimo (si vede benissimo????). Dunque: premesso che la mia vita è costellata, da sempre, di musica e ascolto praticamente moltissime cose diversissime tra loro, non capisco nella maniera più assoluta questa disputa assurda e stupida, ai limiti della cretinaggine globale tra Vasco e Liga, tra Guccini e De Gregori, tra punk e funky. Vi siete mai chiesti che – per esempio – a molti può piacere Vasco e Liga? O nessuno dei due? Ho letto le cose più incredibili in riferimento al bellissimo concerto di Vasco Rossi ieri che, davvero, mi verrebbe da stare solo dentro una stanza e tutto il mondo fuori. Vasco Rossi è un cantante, non è un santone, non cambierà le sorti del mondo. Rilassatevi e ascoltatevi qualche canzone, quella che volete, ma non insultate chi ama “Colpa d’Alfredo” o “siamo solo noi”. Non distruggete le emozioni degli altri che nessuno ve lo ha chiesto.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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