Apprendo da La Nuova Sardegna che l’imprenditore Oscar Farinetti vuole spiegare ai sardi quanto bella e ricca e piena di potenzialità sia la Sardegna. Stavamo giusto aspettando lui e il suo autorevole parere, prima di avere il coraggio di ammettere quel che avevamo sempre pensato ma non avevamo mai osato dire: la Sardegna è bella e ha un sacco di ricchezze da offrire. Ora, non c’è dubbio che noi sardi siamo permalosi e spesso pregiudizialmente ostili alle osservazioni di chi sardo non è, anche quando si tratta di gente qualificata e di rilievi ragionevoli. Vero è che siamo anche inclini al vittimismo per abitudine e comodità: pur di non trovare responsabilità in noi stessi è sempre colpa dell’Italia coloniale, dei Savoia, del governo feroce, delle multinazionali. Però, in tutta franchezza, se ne hanno le tasche piene delle uscite stagionali del capitano d’industria sul futuro della Sardegna, su quel che dobbiamo coltivare e non coltivare, sull’agroalimentare prima risorsa, non se ne può più di banalità ed aria fritta ripetute come se avessimo sveglia al collo e anelli al naso e non fossimo in grado di comprendere da soli quanto oro valga la nostra terra. Lo sappiamo bene che potremmo avere di più e non ci riusciamo. Ma non è dicendoci che dobbiamo migliorare l’autostima e obbligandoci alla molitura delle olive che il nostro destino cambierà. Io non contesto mica la libertà di Farinetti di esprimere un parere sulla Sardegna. E bene ha fatto La Nuova a raccogliere queste impressioni: il punto di vista di un imprenditore è il benvenuto. Ma a patto che davvero si abbia qualcosa di nuovo da dire. Invece mi infastidisce la presunzione di voler propinare cose già dette mille volte con la certezze che siano rivelazioni sbalorditive. Lo hanno già detto altri, prima di te. Non è Farinetti del tuo sacco.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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