Con l’entrata in vigore dei Trattati europei la sovranità degli stati e la democrazia è pian piano evaporata nel silenzio dell’opinione pubblica e dei media. Materialmente in Europa non c’è democrazia, intesa come sovranità del popolo. La sovranità dei paesi membri dell’Unione è un fantasma, un feticcio vuoto di contenuti. I parlamenti nazionali sono ridotti a ratificare norme comunitarie. Il 65% delle leggi approvate dai parlamenti sono atti che provengono dalla Commissione e dal Consiglio europeo, organi nominati. È da vent’anni che la nostra politica non fa che ripetere “ce lo chiede l’Europa”. Anche questa brutta, pessima legge elettorale, il cosiddetto Italicum, ce l’ha chiesta l’Europa. A Bruxelles non importa com’è arrivata a compimento, dicono che deve essere efficace, se puoi non è democratica, chi se ne frega. L’Europa è una commedia degli orrori e noi che ci stiamo dentro, siamo la misera comparsa di questa raffigurazione scenica. I media dirottano l’attenzione altrove, e le tensioni sociali si scaricano sugli scenari nazionali, lasciando mani libere a chi governa, standone fuori. Questo è lo stato delle cose. L’Europa governata dai poteri finanziari e burocratici, occultamente nominati, decide delle nostre vite. Ecco la bizzarria, la lacerazione dei tempi odierni, l’aver smarrito il senso dell’orientamento, non capire dove sta il pericolo. Un letale pericolo. Lo cerchiamo tra le mura domestiche, invece si annida altrove. Oggi in Italia si dibatte e ci si scanna su quale potrebbe essere la migliore legge elettorale. E questo credo sia un bene. Un paese che combatte e si confronta sulle regole democratiche, è certamente sintomo che non si rassegna al peggio. Questo sarebbe vero e bello, se “vera” fosse la democrazia. In qualunque modo noi eleggeremo il nostro parlamento – di “nominati” o di “scelti” – sarà comunque un’assise a sovranità limitata, sarà sempre un parlamento di facciata, di mera parvenza democratica, poiché i nominati, quelli che realmente decidono delle nostre sorti, non li designa nessun parlamento democratico, ancor meno nessuna legge elettorale. Non illudiamoci che una diversa legge elettorale sarebbe più rispettosa della nostra sovranità popolare, poiché l’abbiamo consegnata da molto tempo nelle mani di un drappello di burocrati e banchieri, questi sì nominati non si sa da chi, né da quale innominata consorteria.
Laureato a Cagliari in Giurisprudenza. Ha frequentato masters in direzione aziendale e sui sistemi gestionali delle pubbliche amministrazioni. Già impiegato in un ente di ricerca in agricoltura, opera nel settore della consulenza di Direzione. Svolge studi economico-sociali per conto delle P.A. Gavino Minutti era anche suo nonno, e il nonno di suo nonno, del 1797, tutti nati a Calangianus,
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