Spremendo i fatti alla sintesi estrema, risulta che il sottosegretario alla Cultura del Governo italiano legga discorsi scritti da altri. Anche quando interviene in convegni allestiti a poche decine di chilometri da casa sua e il tema dell’incontro è la commemorazione di un letterato tra i più grandi che la Sardegna – terra natale del sottosegretario – abbia espresso. Se l’estensore del discorso sbaglia, anche grossolanamente, il sottosegretario si beve l’errore e lo ripete alla platea. La sua conoscenza non è in grado di filtrare l’errore e di lasciarlo steso sul foglio, senza farne parola pubblica. Magari cerca di ridurlo a banale lapsus, poi il suo addetto stampa si assume ogni responsabilità. E qua la storia si fa di una tristezza commovente, specie quando qualche organo di stampa ritiene questa misera pezza una giustificazione plausibile.
Sapete qual è la verità? La verità è che noi non sappiamo nulla.
Sardegnablogger porta in giro uno spettacolo di lettura itinerante. Tore Dessena interpreta la parte di un politico immaginario, i cui comizi a larghe maglie sono infarciti di luoghi comuni, locuzioni del più comune frasario politichese sparate in automatico che potrebbero andare bene in qualunque momento, in qualunque luogo. Non ha un’idea sua, ma un puzzle di cose sentite dire in giro da altri, che magari gli sono sembrate convincenti perché hanno mosso l’applauso del pubblico in trepidante attesa del buffet finale. Ieri, mentre il caso della gaffe si gonfiava ed io ne seguivo gli sviluppi dal cellulare, Tore interpretava il suo onorevole cialtrone sul palcoscenico del teatro di Oristano.
Nello stesso momento mi ha attraversato la mente l’immagine di una adolescente Ambra Angiolini con l’auricolare nascosta tra i ricci e Gianni Boncompagni che le imboccava le parole.
Mi sembra che sia difficile distinguere tra realtà e parodia, oggi più che mai.
Mi ero ripromesso di non scrivere più nulla sul sottosegretario. Perché se in Italia scrivi dieci cose non positive sulla stessa persona, alla fine ti prendono per prevenuto e magari devi pure scusarti. Si sa, sono più quelli che guardano alla quantità che al merito. E poco vale dire che io la Barracciu non la conosco personalmente, non ci ho mai parlato una volta in vita mia e non ha mai fatto dispetti né a me né a miei conoscenti. Però oggi è davvero difficile trattenersi. Lo scorso anno scrissi un pezzo sul mio blog personale. S’intitolava “Barracciu, il detergente della politica” e in quelle righe analizzavo la sua campagna di comunicazione per le primarie regionali, tutta basata su immagini secondo lei accattivanti ma prive di veri contenuti politici: la Barracciu che lava i piatti, la Barracciu che tracanna Ichnusa in un bar di Dorgali e via dicendo.
Alla fine, la domanda era una sola: chi è davvero la Barracciu, quali sono le sue idee politiche, perché dovremo votarla?
Chi è davvero il politico cialtrone impersonato da Tore Dessena, chi era davvero l’Ambra Angiolini cui dettavano le parole, chi è davvero il sottosegretario Francesca Barracciu, lettrice di discorsi scritti da altri? Cosa sa e cosa pensa davvero di Sebastiano Satta?
Ecco perché io dico che noi non sappiamo nulla. Perché, invece, non provare ad essere sé stessi? Perché non chiamare a raccolta tutta l’onestà e l’umiltà di cui si è capaci per ammettere, magari, di essere inadeguati a ricoprire un certo ruolo? A tutti è capitato di sentircelo dire, in qualche momento della nostra vita. Ci sono cose che sappiamo fare ed altre per le quali siamo negati: non è una colpa. Accettare la propria inadeguatezza sarebbe molto più apprezzabile della recita pubblica di un discorso scritto da altri. Per ora, prendiamo atto di non sapere nulla.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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