E quindi ci sarebbero cascati anche gli spagnoli, dopo i greci.
Elettori impreparati, rimbecilliti dalla crisi e dalle percentuali -20% e passa di disoccupazione per entrambi i paesi- e quindi sensibili ai canti delle sirene populiste di Syriza e Podemos, sì, proprio come Ulisse, che infatti era greco pure lui.
Già dalle prime ore di due giorni fa i frequentatori dei nostri talk show, madame dai capelli fucsia e maschi enfant prodige con gli occhiali più grandi dell’ovale, si affrettavano a dire che trattasi delle solite vittorie di Pirro, perché i programmi di questi movimenti non sono che libri dei sogni, irrealizzabili.
E che noi siamo stati più fortunati e furbi, perché, anche se ci troviamo col sedere per terra, ce lo abbiamo meno a terra di loro, di greci e spagnoli, e i movimenti così, noi, al governo non ce li mandiamo, no, noi ci mandiamo quelli responsabili, quelli del PD.
L’ha detto anche Berlusconi senior, che gli omologhi italiani di Syriza e Podemos sono pericolosi e incapaci di governare; l’ha detto anche Berlusconi junior che al potere abbiamo il migliore. Dopo il padre, s’intende.
Gli incompetenti li lasciamo agli altri, noi. Tipo quel Varoufakis arrivato da un tour tra le università più prestigiose, che pretende di dare lezioni di economia pure alla Merkel, laureata in fisica, e che quindi si merita -peggio per lui- di essere sfottuto pubblicamente tra i corridoi di Bruxelles. E poi, che camicie si mette addosso? Antieuropeisti sono, se lo meritano!
Non diteglielo, a questi opinionisti, che il fresco fresco governo britannico mica ci ha rinunciato a quell’idea di referendum per dire bye bye all’Europa. Loro non sono antieuropeisti e populisti, no, loro sanno quello che vogliono. Sono inglesi.
E noi? Beh, noi siamo italiani e no, non Podemos.
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