Leggendo l’appello di Settimo Nizzi a Renato Soru, su La Nuova Sardegna di due giorni fa, mi è scappato un sorriso amaro. Mi riferisco alla dichiarazione del sindaco di Olbia ad un convegno cui lo stesso Soru era presente: secondo il resoconto di Serena Lullia, Nizzi ha espresso la sua ferma contrarietà alla costruzione di seconde case. Avete sentito bene, non è uno scherzo. Ho pensato a tutte quelle volte che, aderendo alle campagne di stampa dei giornali o a quelle promosse da una parte politica, ci siamo lasciati coinvolgere e travolgere. A tutte quelle volte che sposiamo senza condizioni battaglie civili che poi gli stessi promotori – a cui ci eravamo accodati – sconfessano senza esitazioni, per cinici calcoli o per la raggiunta consapevolezza che quella battaglia non meritava di essere combattuta. Pensiamoci bene, prima di lasciarci coinvolgere e travolgere: spesso queste battaglie non meritano le nostre energie, anche se mi rendo conto che solo il tempo può fornire una risposta. Nel caso in questione, la risposta è arrivata. Intorno alla metà dello scorso decennio – Soru governatore – il blocco dell’edilizia speculativa imposto dalla legge salvacoste e poi dal Piano paesaggistico fu uno dei temi più caldi di scontro politico. Tutto il centrodestra regionale usò l’arma del divieto al cemento per sgretolare il consenso sul quale contava il presidente della Regione, lasciando penetrare il messaggio che senza cemento si sarebbe bloccato lo sviluppo della Sardegna. Una campagna martellante, rilanciava a ritmi serrati dal gruppo Unione Sarda, spentasi alla fine della legislatura e in seguito alla vittoria del centrodestra alla successiva tornata elettorale. In prima fila, tra gli amministratori che si battevano contro la visione politica di Soru, c’era proprio Settimo Nizzi, sindaco di Olbia e più accreditato rappresentante politico della Gallura. Un’area geografica che sull’uso del territorio costiero ha costruito un’economia, alternando interventi avveduti ad altri, per così dire, disinvolti. Da cronista, ricordo le invettive del sindaco di Olbia contro la Regione, contro presidente e annessi assessori, ricordo le sue rivendicazioni e persino le promesse di marciare su Cagliari per urlare il diritto di un territorio a pianificare lo sviluppo che più gli era congeniale. Dieci anni dopo, davanti a Soru, Nizzi ha dichiarato pubblicamente di non volere seconde case, ma solo un potenziamento delle strutture ricettive per favorire la destagionalizzazione. Più o meno il piano dell’attuale giunta regionale. Tutto dimenticato: stavamo scherzando.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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