L’ho esposto mille volte ai miei alunni delle classi V durante le lezioni di storia…
Ho spiegato fino alla nausea in cosa consisteva quell’odiosa limitazione della libertà d’espressione. Seguendo pedissequamente il loro libro di testo ho raccontato a occhi increduli, fortunatamente infarciti di democrazia, di quel controllo fascista attuato nel ventennio tra il 1922 e il 1943, dei mass media, della stampa, della radiodiffusione, della parola, sfociato nella soppressione della libertà. Ho riferito della censura, raccomandando risolutamente e incessantemente che si può non essere d’accordo con qualcuno o su qualcosa, ma che nessuno ha il diritto di mettere un bavaglio. Li ho anche esortati a non permettere a nessuno di tappar loro la bocca.
E quando l’ho menzionato come un pericolo scampato, mi sbagliavo. Oggi ho capito di aver commesso un errore clamoroso.
E me ne sono resa conto oggi perché è di oggi la notizia che la giunta Nizzi di Olbia, nella persona dell’assessora alla Pubblica Istruzione, ha diramato un comunicato stampa col quale ha riesumato quel bavaglio che ho sempre proibito ai miei alunni. L’assessora alla Pubblica Istruzione, che dovrebbe avere come obiettivo prioritario lo sviluppo di strumenti critici negli studenti e la loro formazione autonoma di cittadini consapevoli, oggi ha mostrato cos’è una museruola per l’informazione e come si usa. L’ha mostrato a tutti e, con l’avallo del sindaco, anche agli alunni.
Stasera, presso la Biblioteca Civica Simpliciana, si sarebbe dovuto tenere un appuntamento legato alla rassegna letteraria “Sul filo del discorso”. Appuntamento che prevedeva la proiezione del film La trattativa di Sabina Guzzanti. Un documentario che poteva piacere o non piacere, ma che racconta di alcuni episodi della storia italiana dagli anni novanta in poi, definiti come trattativa Stato-mafia. Un film scomodo, magari arduo, ma meritevole d’essere visto anche solo per l’offerta di numerosi spunti di riflessione. In occasione della proiezione, peraltro, la regista sarebbe intervenuta per parlare via Skype con Rita Borsellino.
La proiezione è stata annullata con un comunicato stampa perché “Il film costituisce un’offesa ai milioni di elettori in tutta Italia che hanno nel tempo dato fiducia al partito e al suo Presidente, e verso le migliaia di elettori che pochi giorni fa hanno affidato a Forza Italia l’onore e la responsabilità di governare la nostra città.”
Abbiamo letto il Mein Kampf in allegato ne Il Giornale e abbiamo buttato nel cesso Voltaire col suo “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”.
Non credo di avere molto da aggiungere. Se non una comunicazione rivolta ai miei alunni: scusatemi ragazzi, quando vi dicevo che la censura del ventennio fascista era ormai alle spalle, non sapevo di mentirvi.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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