Uno la curva la guarda, ma distrattamente. Quasi con circospezione. Non rallenta dove tutti hanno il diritto di farlo. Non rallenta perché non ama il carbonio dei freni che aggrediscono gli pneumatici. Se nasci poeta non potrai mai diventare scrittore. Se nasci pilota non potrai mai guidare un’automobile. Perché correre non è la stessa cosa di guidare. Correre è sfuggire alla realtà, alla possibilità di crescere. Chi corre sa di rimanere per sempre bambino. Ecco perché i piloti hanno tutti quello sguardo calvo, senza orizzonti specifici. Vivono solo dentro gli attimi. E se sei pilota non ti fermi. Neppure dopo la bandiera a scacchi. Non puoi. Non devi. Nico Rosberg, ad appena cinque giorni dalla conquista del titolo di campione del mondo decide di lasciare quel paese dei balocchi e, a sorpresa, abbandona il circo della Formula uno. Io l’ho seguito Rosberg. E l’ho amato. Mi piaceva quel suo non riuscire a vincere, quella sua voglia di esserci sempre, contro quell’antipatico e bravo di Hamilton. Perché il pilota è sempre bravo ma diventa bravissimo quando qualche compito non lo consegna, quando non ha studiato, quando non riuscirà ad essere il più bravo di tutti. Ed invece Nico Rosberg ha stravinto: con lo sport e con la vita. Ha preso bene tutte le curve, quelle più ostiche e quelle più semplici. Ha controllato il motore, ha osservato gli umori, il paddock, tutto quello che di luccicante gira in quello strano mondo e ha detto: scelgo la famiglia. Qualcuno gli ha chiesto quale fosse il suo giorno più bello, visto che il mondiale lo inseguiva da quando aveva sei anni: “Il mio giorno più bello? Quando è nata mia figlia”. Quando i campioni riescono ad esserlo per davvero. Grazie Nico per i sorpassi, per le curve, per gli errori e perché, nonostante tutto, hai scelto di essere normale.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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