Entrando al supermercato sono stato avvicinato dal solito ragazzino senegalese, poco più che un bambino, col suo pacchetto di calze e accendini da propormi. Non avevo spiccioli e gli ho fatto di no con la testa, che non potevo comprare nulla. Era esausto, avvilito, fiaccato dal caldo, vestito con abiti troppo pesanti per questo agosto crudele. Quando siamo usciti dal supermercato, trovandosi il ragazzino di fronte, mia moglie gli ha affidato il carrello perché lo rimettesse a posto. La sua espressione stanca si è trasformata in un sorriso largo fino alle orecchie. I due euro raccattati dal carrello gli avevano svoltato la giornata. Forse ci avrà comprato un panino, dell’acqua, non so, ma sono bastati a concludere felicemente quell’ordinario pomeriggio di lotta alla fame. Ieri sera mi sono messo davanti alla tv e ho visto la trasmissione sul calciomercato di Sky sport. Il colpo dell’estate è il passaggio dell’asso brasiliano Neymar dal Barcellona al Paris Saint Germain degli emiri del Qatar, la stessa famiglia cui appartiene la Costa Smeralda. Neymar avrà un ingaggio altissimo, mai spettato a nessun altro calciatore: la redazione della trasmissione ha preparato una grafica – quella che allego al post – per quantificare i suoi guadagni per unità di tempo. Da questo calcolo risulta che i due euro estratti dal carrello e intascati dal senegalese di stanza al supermercato, col nuovo contratto Neymar li guadagnerà in due secondi e un decimo. Non voglio scocciarvi parlandovi di ingiustizie e di immoralità del sistema, anche perché finirei preda dei difensori del libero mercato i quali, conti alla mano, mi dimostrerebbero che col solo merchandising il Paris Saint Germain pagherà ben presto l’investimento sostenuto per Neymar. Però mi sono posto la stessa domanda che in questi casi mi faccio da una vita, senza avere risposta: nelle opposte fortune dei rispettivi destini, qual è il merito di un giovanotto brasiliano bravo a tirare calci ad un pallone e quale il demerito di un giovanotto africano, nato nella parte sbagliata del mondo?
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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