Mi guardo attorno, ciò che vedo mi fa schifo.
L’anarchia della mia vita e gli impegni dell’ultimo periodo hanno regalato alla casa l’aspetto di una discarica. Bigodini e vestaglia non rientrano nei miei travestimenti abituali, ma un paio di jeans ed un comodo pullover ormai slabbrato sono più che decorosi per le incombenze che mi aspettano.
Comincio dalla mia camera e, con l’armadio spalancato, scaglio sul letto i vestiti che non penso indosserò nei prossimi 30 anni. Lascio un cumulo indecoroso, nel quale le mie due gatte vanno immediatamente a rifugiarsi, ci penserò dopo.
Mi dirigo nello studio. Osservo la libreria che trabocca di libri, fogli, appunti e vecchie agende.
– Toh, le dispense di quel corso di inglese fatto alla Biritsh School dieci anni fa. –
Le infilo insieme ad altri appunti, che dubito utilizzerò a breve ma che possono sempre servire, in una splendida valigetta professionale che non uso più. Bellissima, regalo di laurea di care amiche d’infanzia. Pelle blu notte, sobria ed elegante Samsonite. Senza fronzoli, proprio come piace a me. Estremamente adatta ad accogliere cultura britannica et similia.
– La porto in macchina e la tengo nel portabagagli – penso mentre saltello per le scale del palazzo. E già che esco di casa ne approfitto per buttare il sacchetto della spazzatura.
Nella mano destra la valigetta. Nella mano sinistra il sacco della spazzatura. Nel mignolo della mano sinistra le chiavi di casa.
Mentre mi dirigo verso il cassonetto, il mio cervello sta facendo il defrag degli ultimi accadimenti e pianificando quelli più imminenti.
– Oh no, ieri mi sono dimenticata di fare la spesa! –
Mi avvicino al cassonetto…
– Domani devo ricordarmi di passare in lavanderia a ritirare il cappotto! –
Premo col piede la barra che solleva il coperchio…
– Quando risalgo a casa devo immediatamente strutturare la verifica di italiano –
Il braccio prende la rincorsa per far volare il sacchetto nero…
– Devo far attenzione a non buttare le chiavi di casa! –
La mano molla la presa, un oggetto volante libero nell’aria volteggia in direzione della bocca del cratere verde. Vedere la valigetta blu notte ed avvertire la morbidezza del sacchetto ancora nella mano sinistra è un tutt’uno.
Il parossismo che provo è fortissimo.
Con impotenza osservo la parabola discendente della Samsonite e sentire il tonfo sordo dell’impatto mi procura un colpo al cuore.
Resto lì ferma per qualche minuto. Senza parole. Senza Samsonite. Ma ancora col sacchetto della spazzatura ben stretto nella mano sinistra.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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