Un tipo bruttarello, spesso preso in giro per le orecchie a punta. Se lo ricordavano così, all’orfanotrofio di Perugia, Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D’Antonguella. Il nome derivava dalle manie araldiche del padre veterinario e ufficiale di cavalleria, Giovanni Guglielmi, il quale pensò di impreziosire la stirpe aggiungendo al suo cognome quello dei “Valentina D’Antonguella”, nobile famiglia papalina con la quale credeva di essere imparentato.
Rodolfo Valentino nasce il 6 maggio del 1895 a Castellaneta, in Puglia. La sua storia ha inizio nel 1913 quando, come tanti altri connazionali, mette piede su una nave che lo porterà a New York in cerca di fortuna, sottraendolo all’imminente guerra. Nella Grande Mela comincia a raggranellare qualche soldo come giardiniere e, in seguito, cameriere. Saranno proprio le prime esperienze nei locali notturni a lanciarlo verso la grande notorietà. Bello, elegante e affascinante, grande seduttore, Valentino diviene in breve tempo un richiestissimo gigolò, prima di cambiare costa e incontrare, a San Francisco, Norman Kerry, l’uomo con il quale si dice avesse una relazione e che ha il merito di indirizzarlo verso i fasti di Hollywood, grande fabbrica di film muti e in bianco e nero.
Rodolfo Valentino conquista la fama nel 1921 con “I quattro cavalieri dell’Apocalisse”. Nello stesso anno esce “Lo sceicco”. Nei manifesti, inizialmente, compare il nome in evidenza della protagonista femminile, Agnes Ayres, poi sostituito dai produttori della Paramount con quello di Valentino. Arrivano altri successi con “Sangue e arena”, “Aquila nera”, “Il figlio dello sceicco” e molti altri.
Fu il pubblico femminile a farlo diventare un divo, il primo sex symbol della storia. Valentino non ebbe modo, purtroppo, di godere a lungo di fama e denaro. Morì a causa di una peritonite a soli 31 anni, lasciando in eredità il suo leggendario fascino e un mare di debiti che nemmeno la vendita all’asta della sua lussuosa dimora riuscì ad assorbire.
Quando morì, si celebrarono due funerali, a New York e Hollywood, con decine di migliaia di partecipanti. Si dice che, quel giorno, si registrarono decine di suicidi. Si dice pure che per anni, a ogni anniversario della morte, una misteriosa donna velata di nero portasse fiori sulla tomba dell’attore. E che altre donne ne abbiano seguito l’esempio negli anni a seguire fino ai nostri giorni.
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