Difendiamo la terra, prima che si difenda da sola. Questa frase (non ricordo chi l’abbia detta, forse James Lovelock), riassume benissimo i termini della questione “mutamento climatico”. Il tema è quasi popolare, ormai un Natale al mare non si nega a nessuno e le foto dei bagnanti non vengono quasi più commentate con “che esauriti” ma con “beati loro”. Quello che non è altrettanto chiaro, non a tutti, è “perché” a dicembre faccia così caldo. Secondo gli scienziati che si occupano di clima (o di altro), l’aumento della temperatura è collegato all’aumento di gas-serra (soprattutto anidride carbonica e metano) nell’atmosfera del nostro pianeta. Questi gas, da sempre, creano una barriera che permette al Sole di scaldare la Terra, trattenendo parte di questo calore; sulla Luna questo non può avvenire perché non c’è atmosfera. Questo fenomeno ha permesso finora la vita sul pianeta, impedendone il raffreddamento. Se questa barriera si ispessisce, però, aumenta anche il calore trattenuto e l’atmosfera si riscalda. Il riscaldamento a sua volta provoca indirettamente la liberazione di altro carbonio nell’aria e questo riduce la microflora oceanica che, insieme alle piante terrestri, cattura anidride carbonica e rilascia ossigeno. Insomma, tutto è interconnesso e ogni variazione rischia di innescare reazioni a catena. Sul come e sul perché faccia più caldo, non ci sono grosse discussioni né tra gli scienziati né tra i politici. Secondo la stragrande maggioranza degli scienziati che si occupano di clima (e non di altro) l’uomo sta avendo in tutto ciò un ruolo enorme. Bruciare petrolio e carbone, infatti, rimette in atmosfera carbonio che era “bloccato” sotto terra da milioni di anni. L’aumento degli allevamenti intensivi di bestiame (consumiamo tantissima carne) invece, crea gigantesche emissioni di metano (le vacche scorreggiano parecchio). La riduzione delle foreste, da parte sua, rallenta l’assorbimento di carbonio da parte delle piante. Il risultato è che il clima cambia rapidamente e sicuramente nel giro di pochi decenni vaste aree del pianeta diventeranno invivibili, i ghiacci polari si scioglieranno e il livello del mare si innalzerà fino a sommergere le coste a ogni latitudine. Secondo alcuni (pochissimi) scienziati, però, l’uomo non c’entra quasi nulla. Ma non è che la comunità scientifica sia spaccata. La comunità scientifica è schierata in gran parte con chi dice che l’uomo sta modificando pesantemente il clima, mentre una minoranza di scienziati, alcuni indipendenti, altri meno, obietta che non è certo che sia così. È un po’ come dire che l’Italia è spaccata in due tra chi abita a Padule (glorioso quartiere di La Maddalena) e chi non ci abita. Il casino è l’incontro fra scienziati negazionisti, mercato dei combustibili fossili e leaders politici. Si tratta di un’alleanza pericolosa, poco scientifica e molto legata a interessi economici enormi, quando non a disonestà intellettuale di piccolo taglio. Il pericolo viene dal fatto che la politica e l’economia decidano, per comodità, di fare da megafono a questa minoranza e di invertire progressi lenti e immensamente faticosi, come quelli che hanno portato alla stesura del Protocollo di Kyoto, che ha visto la collaborazione di giganti come la Cina, la Russia e gli USA (finché c’era Obama). Ora c’è Trump, però, che non crede all’origine antropica del riscaldamento globale, che non intende sostenere la ricerca in tal senso, che ha riempito il suo >Governo di petrolieri e di negazionisti e che lascia intendere di voler cancellare anni di lavoro con un colpo di spugna (digitate su google: guerrilla archiving). Ora, come sapete, io il bunker ormai me lo faccio e non ci sono santi. Il problema è che le prese d’aria stanno al livello del terreno e se sale il livello del mare sono fatto in mano. Ho capito, mi tocca un bunker dalle parti di Saint Moritz, magari in multiproprietà.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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