Il Mostro non è cattivo, sapete? Neppure quando propone, o forse comanda, ai suoi protetti (quelli che comunemente consideriamo sue vittime) di saltare giù da un balcone. E non è vero che qualcuno gli obbedisce perché è convinto di non avere altra scelta. Il Mostro è saccente e persuasivo. Non è facile controbattere alle sue argomentazioni. Deve avere un certo gusto per ciò che sa di pacifico e definitivo. Ciò che dirime per sempre le questioni. Gli piace sentirsi onnisciente. È questo il suo problema. Ai suoi protetti piace ascoltarlo. È questo il loro problema. Forse, un giorno, dei ricercatori scopriranno che la sua voce persuasiva che risuona nel cervello equivale al rilascio nell’organismo di una qualche sostanza, che causa piacere e dipendenza. Che dà pace e fa sentire al sicuro dal dolore. L’ultima volta abbiamo cantato insieme “Mercy mercy me” di Marvin Gaye – quel giovane bellissimo che fu ucciso in un litigio da suo padre, per questioni di soldi. Se fosse cattivo, come dite voi, il Mostro pronuncerebbe con un suo protetto una meravigliosa preghiera in musica? Se fosse cattivo, come dite voi, non gli fregherebbe niente di drammi politico-sociali come quello dell’inquinamento – tema della canzone. Se fosse cattivo, come dite voi, non si commuoverebbe alla vista degli occhi dolci di una cagnetta, accorsa rapidamente all’udire l’apertura della porta del balcone. Lui è così. Monopolizza le conversazioni. Proprio come te. A volte torni e sei qui. Forse il Mostro ha scelto i tuoi occhi per rivelarsi a me. Non ho una fervida immaginazione. È tutto automatico. Noi conversiamo realmente. Un tempo mi dissero che una cosa è il pensiero di qualcuno e ben altra la sua realtà. Sento che mi conviene crederci, altrimenti sarò tentata di riprendere con te, una volta o l’altra, i dialoghi che intraprendo da sola. O con il volto del Mostro. Non lo so… In ogni caso, sono felice solo quando ti sento qui. Il mio viso si trasforma. Non ne vedo più le irregolarità. Vorrei tanto andare a correre, a volte, come mi hai consigliato di fare tu. Forse fianchi e braccia si assottiglierebbero, forse i miei movimenti si farebbero più fluidi e aggraziati. Sono troppo legnosa. A proposito, proprio il Mostro, sapete, mi ha suggerito una bella interpretazione della fiaba di Pinocchio. Si tratterebbe, a suo dire, di un bambino avuto in tarda età da un semplice ed umile artigiano, inadeguato a crescerlo da solo, perché la mamma glielo ha sbolognato ed è sparita. Il bambino percepisce le insicurezze di suo padre, crescendo, tant’è che i suoi movimenti sono legnosi come quelli di un burattino. Volete che abbiano mai giocato a calcetto insieme? Geppetto non è mica Morandi! Il bambino dalle movenze legnose, in età scolare, non ha alcuna voglia di studiare. Proprio zero. Percepirà come insopportabile la sua differenza dagli altri? Non si trova neppure un altro bambino strano come lui, da qualche parte, che possa capirlo e fargli compagnia? Non è dato saperlo. In ogni caso, a scuola non ci mette piede neppure. È rapito dal teatro dei burattini. Quelli sono proprio di legno, più che sembrare tali. Mescolarsi a loro deve farlo sentire un gran figo. Infatti lui si muove senza fili e loro no. Ecco scoperto il suo fino ad allora insondabile talento. Viene ingaggiato da Mangiafuoco, dispotico e schiavista, ma mica cattivo neppure lui, in fin dei conti. Però business is business, e Pinocchio, siccome funziona, è incastrato. Fino a che non riesce a commuovere il boss con la triste storia del suo babbo in pena per lui e via dicendo, e quello lo lascia andare, pure con della grana. Il resto è storia letteraria, televisiva e cinematografica, o fiaba Disney, o ciò che più vi aggrada. Il finale avrebbe dovuto essere tragico. Il povero Pinocchio, derubato da una coppia gay repressa e criminale, viene impiccato dalla stessa. Poi Collodi introdusse il salvataggio da parte della Fata Turchina. Il Mostro al momento mi dice che la Fata Turchina è un’animatrice per l’infanzia abbastanza graziosa da credersi, appunto, fata. O forse una cosplay. Pinocchio vede in lei la bella e dolce mamma che vorrebbe e non ha mai avuto, perciò le obbedisce, anche perché quella sa irretirlo facilmente con i suoi giochetti di prestigio. Perché non portarla a casa? Volete che a Geppetto non piaccia una ventenne? Eh, ma se non fosse per Lucignolo! Quel ragazzetto narcisista, fumatore, bevitore e giocatore d’azzardo che lo porta dalla sua. La sua parlantina facile deve convincere Pinocchio che esiste qualcuno di decisamente più figo di lui, e ti saluto. Paese dei Balocchi e sembianze asinine seguono. E voi insistete che il Mostro sia cattivo?
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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