Si è accasciato ed è caduto al suolo, sotto quel dannato sole australiano che arroventa anche i pensieri. Quaranta gradi. Troppi per chi, come lui, raccoglieva mele da 8 ore insieme ad un sole che spaccava i sassi. Il cuore ha iniziato a pompare come un martello pneumatico, poi le voci intorno si sono trasformate in un’eco confusa, i contorni del paesaggio si sono fatti inconsistenti e tutto il resto è diventato nero. Era partito tempo fa. Aveva lasciato un’Italia ostile, incapace di offrirgli anche l’ultima delle opportunità e, a fronte di immani sacrifici, aveva barattato i suoi sogni con la prosaica impellenza di dover sbarcare il lunario ogni giorno. Si era imbarcato con l’amara consapevolezza che, tranne la famiglia, nulla di valore poteva lasciare nella sua terra. Ormai.
Ma quel povero italiano, riverso senza vita nella campagna di un paese straniero, è stato un bambino di 6 anni, con una mamma che gli ha stirato il grembiulino per il primo giorno di scuola ed un papà che lo ha accompagnato fin quasi al banco, trasportando il suo zaino.
E’ stato anche lui un ragazzino di quindici anni che correva dietro ad un pallone, nei pomeriggi d’estate dopo la scuola, nello spiazzo assolato di una periferia lontana da tutto quello che è vicino e distante dal resto del mondo.
E’ stato un ventenne che ha sognato l’amore e l’ha incontrato in due occhi grandi, contornati da poco trucco e un filo di mascara.
E’ stato un ragazzo che quei due occhi con poco trucco li ha accompagnati all’altare, giurando di amarli in salute e in malattia.
E’ stato un uomo che è uscito con gli amici a far baldoria per la nascita del primo figlio ed anche per l’arrivo del secondo.
Poi le difficoltà economiche, la perdita del lavoro, la dolorosa decisione di partire perché “piuttosto che niente è meglio il piuttosto” e sono arrivate quelle interminabili giornate da solo, trascorse nei campi e concluse davanti ad una minestra zeppa di nostalgia di casa.
Qualche doverosa precisazione: 1) quell’uomo non era italiano, era un 47enne sudanese; 2) non raccoglieva mele, ma pomodori a 6 € l’ora 3) la terra straniera è la Puglia, nelle campagne di Nardò. Tutto il resto è vero e verosimile.
Ora potete anche togliervi il velo di malinconia dal cuore ed elargire un frettoloso RIP, ché un RIP non si nega a nessuno, sostituire quella manciata d’impulsivo struggimento con equivalente dose di cinico campanilismo e andare quindi nella bacheca di Salvini a mettere il like nel post “aiutiamoli a casa loro”. Amen!
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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