Caro ministro Dario Franceschini, Lei deve una spiegazione ad una gran parte degli italiani.
Le esigiamo, dopo quello che è successo ieri. È il preciso dovere del più alto rappresentante della massima Istituzione politico-culturale.
Il quotidiano Libero l’ha accusata di avere avuto un interesse privato nel salvataggio della Cassa di risparmio di Ferrara, di cui suo nonno sarebbe stato liquidatore nel 1928 e suo padre consigliere fino a quindici anni fa, senza dimenticare le trecento azioni di cui sarebbe in possesso.
Lei, con la sua replica semiseria, ha smontato le accuse e ne ha dimostrato l’infondatezza. Ma sono ben altre le spiegazioni che Lei deve, ministro Franceschini.
Spieghi, caro ministro, com’è possibile che un uomo con le ampie responsabilità che la Sua funzione le attribuisce, costretto a dividersi tra mille impegni diversi, possa sprecare energie e tempo per leggere un quotidiano come Libero, esempio della più scadente e faziosa informazione italiana, sottraendole a questioni di vero interesse per il popolo italiano. Questo ci deve spiegare, caro il mio ministro Franceschini.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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