Mi dicono “Vai al mare”. Lo dice mia moglie, gli amici, i colleghi, il medico di famiglia e Minchia, il cane che staziona stravaccato nei pressi di casa mia (non so quale sia il suo vero nome, lo chiamo così perché secondo me non ha voglia di fare una minchia). Ebbene, stamane mi ha guardato con aria interrogativa, “Perché non vai al mare?” pareva volesse dire.
La tentazione di rispondere “Scusa, ma che cazzo te ne frega?” è premente, ma mi limito a rispondere con educazione. “Quest’anno non ci sono le condizioni, ma il prossimo è sicuro”. Lo dico da una quarantina d’anni e oggi l’ho detto anche al cane che ha scosso la testa, scettico. Il punto è che al mare non ci vado perché è pericoloso. Possibile che l’affondamento del Titanic non abbia insegnato niente a nessuno? La terra ferma è più stabile e meno umida. inoltre è molto più difficile affogare raccogliendo asparagi piuttosto che mentre si nuota. Statisticamente. Io stavo affogando sotto la doccia, figuriamoci in mezzo al mare. Mi dicono “Devi prendere il sole”. Me lo ripetono tutti quelli che ho citato più sopra, compreso il cane. La tentazione di rispondere “Scusa, ma che cazzo te ne frega?” è molto forte, soprattutto nei confronti di Minchia che sta sempre lì, a pancia all’aria e all’ombra, lontano dall’acqua. Facile predicare bene e razzolare male. “Devi prendere il sole che ti asciuga le ossa” aggiungono. A parte il fatto che il sole non lo prendo perché sta bene dov’è, inoltre le mie ossa sono asciuttissime, addirittura aride e non ho bisogno di detergerle, semmai di bagnarle. Possibile che la vicenda di Icaro non abbia insegnato niente a nessuno? Se si fosse tenuto lontano dal sole oggi l’avremmo ricordato come l’inventore del parapendio invece che come uno scriteriato trasvolatore fancazzista, peraltro affogato in mare. Mi dicono “Perché non ti abbronzi?”. La tentazione di rispondere “Scusa, ma che cazzo te ne frega?” è irresistibile anche perché non mi abbronzerei neppure se mi infilassi in una fornace. Su questo versante Minchia non si sbilancia e lo apprezzo, credo mi preferisca nature perché gli ricordo un osso, per il colore dell’incarnato, ovviamente, non certo per la linea . Sinora è andata così, ma da qualche mese ho messo da parte l’educazione e alle solite domande rispondo “Fatti i cazzi tuoi!” e ho anche tentato di affibbiare un calcio in culo a Minchia, che però lo ha schivato con l’unico scatto atletico della sua vita e da quel giorno mi guarda in tralice e sembra che chieda “Perché non vai in montagna?”
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design