Quando canticchiate “Grande grande grande”, portata la successo da Mina, “Innamorati a Milano, “Io ti darò di più”, “Bandiera gialla” e, soprattutto “Quando quando quando”, il successo planetario di Tony Renis chiedetevi per un attimo chi ha scritto le canzoni, visto che a Stoccolma a queste cose sono molto attenti. Le parole di queste e di oltre millecinquecento canzoni le ha scritte Alberto Testa, morto a Velletri il 19 ottobre del 2009. Testa, oltre che ad essere un bravo paroliere, è stato autore anche di programmi televisivi come Senza Rete e Non stop, il programma che ha scoperto Massimo Troisi, Lello Arena, I Giancattivi e Carlo Verdone attori e registi acclamati dalla critica e dal pubblico. Ho pensato subito a quanto è difficile lavorare dietro le quinte del palcoscenico, a ridosso di chi poi si presenta davanti a noi: per Alberto Testa, praticamente sconosciuto a tutti, i volti famosi sono quelli di Mina, Tony Renis, Memo Remigi, Ornella Vanoni, Shirley Bassey. Ha scritto per Rosanna Fratello (“Sono una donna, non sono una santa”) la canzone pacifista “La riva bianca, la riva nera” cantata da Iva Zanicchi. Alberto Testa ha firmato anche molte sigle televisive che mi riportano indietro di qualche anno: “Anche un uomo”, cantata magistralmente da Mina (quel “sa essere dolcissimo” ancora mi emoziona) e le cicale di una scatenata Heather Parisi. Per i più anziani ha scritto pezzi come “Papaveri e papere” e “Mille lire al mese”. Certo, non aveva le parole complesse del premio nobel Bob Dylan ma sapeva regalare emozioni come pochi, attraversando il palcoscenico quando le luci erano spente. Ad Alberto Testa è dedicata questa piccola agenda: a lui e ai tanti autori, sceneggiatori, scenografi, editor, che lavorano in silenzio forgiando regali che noi, con qualche lacrimuccia in tasca, apprezziamo moltissimo. In fondo in fondo Alberto Testa mi riporta dentro la mia vorticosa ed inimitabile adolescenza che, però non torna più. Anche un uomo, dunque, può essere dolcissimo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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