Le migrazioni recenti sono di carattere eccezionale.
A causa dell’instabilità geopolitica di alcuni paesi del Mediterraneo, dell’Africa sub-sahariana e dei cambiamenti climatici le migrazioni continueranno a crescere nel prossimo futuro.
Non esistono muri o accordi capaci di arginare il flusso dei migranti nel breve termine; la strategia “aiutarli a casa loro”, se percorsa con risorse e determinazione, vedrà i primi risultati tra 20-30 anni e forse molto di più.
Secondo i dati UNHCR, tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2017 sono sbarcate in Italia 83.731 persone. Un dato superiore a quello dello stesso periodo del 2016, quando arrivarono 70.229 persone. A giugno 2017 sono arrivati via mare in Italia 23 mila migranti, mille in più del 2016.
Gli sbarchi sono sempre più distribuiti nei porti del sud Italia. Il 60% avviene in Sicilia, il 25% in Calabria, seguite da Campania, Puglia e Sardegna (circa il 5% ciascuna).
Uno dei più grandi malintesi di questi ultimi anni è la confusione, orchestrata ad arte, tra i soccorsi in mare e l’accoglienza. La narrazione politica dominante introduce una distorsione tra il luogo nel quale si attua il primo soccorso e le successive responsabilità dell’accoglienza dei rifugiati una volta che i soccorsi sono conclusi. Il soccorso a mare ha come solo obiettivo quello di evitare il maggior numero possibile di annegamenti ed è egregiamente coordinato dalla Guardia Costiera in collaborazione con le ONG e con altre organizzazioni. Di fronte a questo cambiamento epocale, l’Europa, l’Italia e la Sardegna stanno dimostrano una totale inadeguatezza e incapacità a gestire l’accoglienza.
I limiti del sistema d’asilo europeo, la crisi economica e quella della politica rappresentativa hanno alimentato i “populismi” e i “nazionalismi” capaci di sfociare sempre più spesso in odio razziale. I cittadini, vittime del nostro sistema, si trasformano in carnefici verso chi è diverso da loro e soprattutto verso chi viene descritto come antagonista nella lotta alla sopravvivenza.
Nonostante gli studi e le ricerche (ultima quella dell’INPS sul contributo dei migranti regolari al PIL italiano) sulla necessità e l’importanza per l’Italia di poter contare su un numero continuo di nuovi emigrati, la maggior parte degli italiani continua a percepire la migrazione come una minaccia piuttosto che come una opportunità.
Politici senza scrupoli, giornali e programmi televisivi in cerca di audience, sono diventati esperti nel pericoloso gioco di soffiare sul fuoco della rabbia e dei peggiori istinti della pancia degli italiani.
Un lavoro scrupoloso e certosino che negli ultimi anni è arrivato a manipolare una grossa parte dell’opinione pubblica fino a fargli immaginare che l’Italia e l’Europa sono letteralmente invasi dai migranti. Una colossale fake news spacciata per realtà. Nell’era della post verità questa martellante narrazione sta producendo una reazione securitaria che è diventata trasversale agli schieramenti politici, dalla Lega passando dai Cinque Stelle e ora anche il Pd che attraverso il ministro dell’Interno del Governo Gentiloni urla ai quattro venti che sicurezza è un concetto di sinistra.
Chiunque prova a dimostrare, dati alla mano, che l’Italia non sia sotto “invasione”, viene ridicolizzato e massacrato dalla violenta orda dei tastieristi compulsivi da social network. Papa Francesco, persino lui messo all’indice, non smette di ripetere che dietro a questi numeri ci sono esseri umani, donne, uomini, bambini, una umanità sofferente che fugge dall’inferno di guerre, pulizie etniche, regimi sanguinari, disastri ambientali, povertà assoluta.
Nel caleidoscopico turbinio della politica italiana nessun protagonista è veramente escluso. In questa battaglia senza quartiere a “chi odia di più” si cerca di recuperare qualche voto con dichiarazioni bislacche e iniziative scoppiettanti. Forse non proprio una sorpresa se considerami che L’Italia appare come il secondo Paese più razzista d’Europa e il più islamofobo.
Secondo i dati Istat, il 40% degli italiani ritiene che le religioni “altre” da quella cristiana siano un pericolo e che andrebbero contenute, tanto più nel caso della religione musulmana. Queste percezioni sbagliate sono sempre più rafforzate da una informazione che enfatizza avvenimenti e comportamenti anormali. Il linguaggio dell’odio trova un potente mezzo di diffusione sui social media, caricandosi di una forza distruttiva troppo spesso fuori controllo. I dati disponibili segnalano che sono le donne le maggiori destinatarie del discorso d’odio online, seguite a distanza da omosessuali e immigrati.
L’ultimo eclatante caso arrivato alle cronache nazionali è quello della approvazione di una legge in Sardegna contraddistintasi su affermazioni immorali e razziste.
Mercoledì 26 Luglio, con voto segreto in Consiglio regionale, un emendamento dell’opposizione al Testo Unico in materia di Turismo, ha previsto che le aziende turistiche sarde che usufruiscono di contributi regionali per migliorie e riqualificazione non potranno accogliere migranti per i cinque anni successivi alla concessione dei finanziamenti. Nel segreto dell’urna anche franchi tiratori dell’attuale maggioranza di centrosinistra. Appena un giorno dopo, in piena notte, un ordigno è stato fatto esplodere da ignoti presso il centro di prima accoglienza per migranti in località Babbu Mannu, nelle campagne di Dorgali.
L’esplosione ha colpito due nigeriani di 23 anni che hanno subìto lievi contusioni alle gambe ma la deflagrazione e l’onda d’urto per pochi metri avrebbe potuto generare una strage dei migranti che dormivano poco vicino. Mentre scrivo, arriva invece la notizia di un attentato incendiario ad una struttura situata nelle campagne nell’immediata periferia di Sassari destinata a diventare centro di accoglienza per migranti.
Ovviamente delle coincidenze, ma quello che è accaduto negli ultimi giorni in Sardegna intorno al caso “migranti” non solo è inquietante: è soprattutto molto grave.
L’emendamento al Testo Unico sul turismo cosi come le continue e irresponsabili prese di posizione di alcuni politici contribuiscono a surriscaldare un clima già fin troppo bollente sulla questione delle migrazioni: il martellamento mediatico e politico esaspera gli animi, inasprisce le tensioni, annulla il confronto, avvilisce la dialettica, costringe a prendere posizione. Servirebbe una forte azione di autocontrollo da parte dei media, rispetto al linguaggio utilizzato e alla qualità della informazione. Lo stesso autocontrollo dovrebbe essere esercitato da chiunque abbia un ruolo pubblico e soprattutto dai politici. Ma l’autocontrollo non è sufficiente e sono necessarie anche norme punitive per chi incita all’odio e al razzismo. L’azione più importante è però l’educazione e la formazione da mettere in atto nelle scuole, per educare i giovani al rispetto del prossimo e di tutte le possibili diversità e soprattutto ad un uso critico delle notizie e delle informazioni sui social network e sugli altri mezzi di comunicazione. Occorre fermare questo sentimento di odio che certamente è diffuso ma forse non ancora sedimentato, almeno nelle giovani generazioni e occorre farlo subito, tutti insieme.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design