Mici da sbarco (di Nicole Lulù)

Cari tutti, sapete che ci sono quelle notti un po’ così, quando ti girano a vortice e stai in cerca di rogne per scaricarti qualche chilo di fastidi.

Bene, ieri mi si è presentata la situazione giusta, il solito sereno scambio con quelli che gli extranegri ci arrubano il lavoro e dobbiamo aiutarli a casa loro così ci sentiamo pure buoni cristiani, invece che faccette nere.
Fatto, indosso l’elmetto ed entro nella discussione, il tizio che risponde mette il pilota automatico e parte con la solita trafila dei 50 euro al giorno a nostre spese mentre i poveri penzionati itagliani rimestano il pattume.
La roba comincia a piacermi, che volete farci, mi piace un sacco schiacciare qualche testicolo gonfio in giro per la rete, mi distende, meglio della valeriana.
Così vado ad esplorarmi la bacheca del mio simpatico interlocutore ed eccoli puntuali.
Sì, ecco la processione di gatti pelosoni, di cagnolini coccolosi, ke simpaticooooo, finiamola con la caccia alle foche diffondi se condividi!!1!!, salviamo il lupo rovigoto, i poveri agnelli sacrificati per Pasqua, basta con lo stracotto di somarino la polenta mangiatela coi funghi, il trofeo da safari fai girare prima che la lobby delle armi chiuda la rete.
Intendiamoci, a parte qualche kebab, non sono una fanatica della carne.
Non vado a caccia, tengo un cane meraviglioso, “lo vado a pisciare” almeno tre volte al giorno e gli ho pure fatto la filaria giusto ieri l’altro, (e c’ha pure il vaccino di maggio da fare entro maggio) svenandomi perché la mutua mica copre i «piccoli amici».Ma sono cose così, me le tengo per me, non vado a scartavetrare i marroni in giro per il mondo e comunque rispetto gli animalisti, a patto che gli animalisti rispettino il prossimo.
Già, il prossimo.
Perché intervallati alla trafila zuccherosa, sulla bacheca del genio della lampada, campeggiano minacciosi i proclami ruspeggianti, zinghiridimmerda, basta invasione!
Affondiamo i barconi, il piano Kalergi fai girareee.
E l’immancabile istantanea del “nonno” coi baffetti che – cito pedissequamente – “farebbe una bella pulizia”.

So bene che il fenomeno è noto ed è oggetto di studio per la psicologia clinica. La relazione tra il respingimento di esseri umani e la cura amorevole dell’airone cenerino, della pantegana padana, dell’ormai rarissimo cammello del Brenta – passando naturalmente per il bestiario casalingo – sta appassionando fior di specialisti e io non mi permetto di mettere becco.
Però la bacheca dell’amico notturno mi ha suggerito un’ideona e sono davvero fiera di me stessa.
Per dare una mano ai fratelli migranti, ho pensato di organizzare sulle spiagge da cui parte la massa di sventurati una bella distribuzione di gatti.
Sì, mici da sbarco che il profugo potrà esibire prontamente non appena a tiro di fotocamera. E conquistarsi in questo modo l’immediata simpatia dell’esercito di stronzi ai quali parte l’embolo se in gioco c’è la salute di Fuffy, ma non gliene frega una sega se a crepare sono solamente madri, padri, figli in fuga da guerre e miseria.
Secondo me funziona.