Le prime volte l’ho presa a ridere e lo raccontavo agli amici e in famiglia. Poi, quando ho letto di questi cookie e algoritmi che ti schedano in base alle tue preferenze di navigazione, ho taciuto la cosa con imbarazzo. Ma adesso, dato che dura, mi voglio ribellare. Perché numerose signore giovani, per lo più straniere, mi tempestano sulla messaggistica di inviti a osservarle nude, specificando le loro zone corporee che potrebbero più interessarmi e addirittura a prendere contatti diretti con loro per visioni private? Cosa ho fatto o detto per apparire un loro potenziale target? Mi hanno spiegato: evidentemente vai su You Porne o su siti del genere e quindi i tuoi dati sono stati diffusi a una sotterranea industria della prostituzione digitale. Ma non è vero. Non vado su You Porne né su altri siti porno. Non per questioni moralistiche, ma perché alla loro comparsa io avevo abbondantemente superato l’età delle seghe, che nella mia carta d’identità si stabilizza intorno ai primi anni Sessanta, quando ti dovevi accontentare delle pagine con le donne scollacciate che uscivano sul “Borghese” (lo trovavo a casa di un mio zio che lo comprava non per lo donne scollacciate ma perché era di destra) o di certi azzardati accavallarsi di gambe di una giovane professoressa delle scuole medie. Già ai tempi dell’erotico soft di Edwige Fenech e Renzo Montagnani, ero un maturo signore, anche se non disdegnavo il genere, che trovavo molto divertente ma tutt’altro che eccitante; figuriamoci ai tempi in cui nacquero You Porne e gli altri: ero già vecchio. A dire il vero, io su questo sito sono entrato una volta alcuni anni fa. Sapevo che vi era una classificazione di generi dai nomi piuttosto buffi (Grandi Tette, Scambio di mogli e roba così) e presi degli appunti per un raccontino umoristico che poi scrissi per SardegnaBlogger. Ma mi sembra impossibile che per questo unico ingresso io venga classificato a vita come un guardone, tanto più a un’età nella quale hai bisogno più di tenerezza che di poverette delle quali potresti essere nonno che si umiliano mostrando il sedere. Quindi questi cookie vengono inzuppati nel caffellatte sbagliato. Smettetela di rompermi le balle. Ammetto che non è un gran disturbo, ve n’è di peggiori, non è paragonabile a quelli o quelle che ti telefonano – spesso mentre stai per addentare un pezzo di spianata con pomodori, mozzarella e olio verdone – dicendoti “Siniore, tua bolletta luce esser troppa cara, passa tu a XXX per risparmio” e devi mandarli affanculo evitando di pronunciare l’avverbio “Sì” perché dice una leggenda che lo registrano avulso dal contesto e lo usano come tua adesione all’offerta. Queste signore svestite che mi si offrono non mi angosciano come i disturbi telefonici ma ne farei volentieri a meno. Sul piano delle emozioni, al massimo, potrei avere qualche pallido ricordo se una di loro si travestisse da Sylva Koscina in “Ercole e la regina di Lidia”, un classico di quel periodo esistenziale di cui parlavo prima, ma credo sia un genere al giorno d’oggi così poco richiesto che non varrebbe la pensa di investire per l’acquisto del peplo.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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