La notte tra l’undici e il dodici aprile 2008 c’è una sposa sorridente al bordo di una strada, dietro un guard rail, il pollice alzato verso l’alto non si muove. E’ morta. Non si tratta di un incidente stradale. Si tratta di un omicidio. Dopo una violenza carnale. Aveva 34 anni. Il fatto accade Gedzbe, in Tuchia. Quella donna è italiana: si chiama Pippa Bacca. Che ci faceva una donna, vestita da sposa in un luogo non proprio semplice? Aveva organizzato “Brides on Tour” spose in viaggio. Era uno strano e affascinante progetto: percorrere in autostop con un’amica i paesi sconvolti dalle guerre recenti. Vestite da spose. Un viaggio che inizia l’8 marzo da Milano. Per andare in Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Libano, Siria, Egitto, Giordania e Israele. Vestite da spose. In autostop. Perchè? Se lo chiede anche Giulia Morello quando sente la scarna notizia divampare sul telegiornale della notte. Se lo chiede e decide di andare alla ricerca della storia di Pippa Bacca. E, chiaramente intraprendendo un viaggio a ritroso finisce per innamorarsene. Giulia scrive alla sorella di Pippa, Rosalia Pasqualino di Marineo. Si incontrano. E Giulia entra, per la prima volta nel mondo verde di Pippa. Cinque sorelle con un cognome aristocratico e con un’adolescenza affascinante. Era stata addirittura la madre ad insegnare l’arte dell’autostop: una scelta di fiducia negli altri essere umani. Nel viaggio, in quel viaggio che era una “performance” Pippa lavava i piedi alle ostetriche come un omaggio a quelle donne che permettevano la nascita in luoghi devastati dalla guerra. Un gesto di vita, un gesto poetico. Questa era Pippa Bacca. Roba da innamorarsene al volo. Le sorelle, da piccole sempre vestite allo stesso modo e se non c’era il vestito per tutte e cinque la mamma non li comprava. Eccentriche, sorridenti, innamorate della vita. Il corpo di Pippa è stato ritrovato dopo dodici giorni dalla sua scomparsa. Il 12 aprile 2008. Seviziato, dentro quel vestito da abito da sposa. Quella poesia d’amore e di pace spezzata da Murat Katash, condannato successivamente a 30 anni di reclusione. L’arte di Pippa era complessa. Fondò un coro di donne che chiamò Bubble gum. Giocava con le forbici e costruiva, ritagliando opere e affrontando diversi temi. Nella mostra Il ventre e l’architetto, Pippa Ritaglia il contenuto e il contenitore. Questo era il mondo magico di Pippa Bacca. Giulia Morello, giovane regista romana cammina su questa storia, raccoglie parole, osserva muta, ascolta le sorelle, fa rinascere Pippa Bacca in un libro: “Sono innamorata di Pippa Bacca, chiedimi perché”. Perché Pippa era anche Eva Adamovich, il suo alter ego, un nome inventato da Pippa per un altro personaggio che viveva nel coro delle bubble gum. Pippa era unica, inimitabile. Donna che si innamorava di tutto ma soprattutto dell’amore. Le sue mostre sono anche arte delle parole: “Non calpestate l’Africa, il ventre dell’architetto, mutazioni chirurgiche, la camera degli occhi,” solo per citarne alcune. Pippa Bacca, la sposa di tutti, il bianco tra il sangue della guerra ha concluso tragicamente la sua performance con la vita. Però provate a ripercorrerla con Giulia Morello in autostop nei luoghi di Pippa, scoprirete due donne bellissime: Pippa e Giulia. Entrambe sanno raccontare le emozioni, entrambe sanno camminare con apparente leggerezza tra le pieghe di una vita complessa e difficile. Devo molto a Giulia Morello. Per colpa sua mi sono innamorato di Pippa Bacca. Fatelo anche voi. Il libro lo trovate nelle librerie, Castelvecchi editore. E’ un inno alla vita vera perché, come ci ricorda Oscar Wilde “Vivere è la cosa più rara del mondo, molta gente esiste e basta”.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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