Mi Manda Rai 3, la trasmissione che da anni si occupa dei problemi dei consumatori, ha finora dedicato al gestore unico delle acque sarde ben quattro trasmissioni senza che neanche uno dei problemi denunciati finora abbia trovato soluzione, lamentava rammaricata la conduttrice Elsa Di Gati.
Quali sono questi problemi?
Intanto il più grave è senza dubbio quello dell’erogazione di acqua non potabile per lunghi periodi e in diversi centri dell’Isola, da Sassari a Olbia, da Porto Torres a Castelsardo, da Gavoi a Torpé a Siniscola a Oristano. Insomma in ogni città o paese si fanno i conti con disagi che vanno avanti ormai da diversi da anni.
Acqua non potabile, dunque, per la presenza di metalli disciolti, acqua che, pur apparendo limpida, incolore e insapore, è estremamente pericolosa per il consumo umano, dal momento che questi metalli, in eccesso, danneggiano le cellule cerebrali. Le ordinanze di divieto d’uso emanate dai sindaci sono ormai decine, e solo a Porto Torres, nel corso del 2015, sono stati 120 i giorni in cui l’acqua è stata dichiarata non potabile a seguito dei controlli del Servizio Igiene degli Alimenti dell’ASL.
Ma anche acqua non potabile a causa della colorazione che va dal giallo intenso al marrone-petrolio senza che si sappia quali siano le cause di un fenomeno ormai endemico per Porto Torres e per alcuni quartieri di Sassari.
Mi manda Rai 3 ha dedicato ad Abbanoa la puntata andata in onda in diretta giovedì 10 dicembre.
Ospiti, oltre la sottoscritta, il presidente regionale Adiconsum, Giorgio Vargiu; il parroco di Nuoro, don Pietro Borrotzu e un operaio forestale di Villaurbana, Nicola Cadeddu, che ha ricevuto una bolletta di “appena” 24 mila euro per consumi di un paio di anni.
La pessima qualità dell’acqua, dunque, è una costante, e la dirigenza di Abbanoa ne attribuisce le cause alle condizioni di una rete fatiscente e colabrodo ereditata dieci anni fa, al momento del passaggio dalle gestioni comunali alla gestione unica, ma in realtà, determinata, verosimilmente, dalla pessima manutenzione degli impianti e soprattutto dei potabilizzatori.
Oltre alla qualità dell’acqua, tuttavia esistono i problemi, altrettanto gravi, legati alle pretese economiche di Abbanoa, che vanno dall’emissione di bollette di diverse migliaia di euro (dilazionate in maniera insostenibile già per chi è in floride condizioni economiche, figurarsi per le famiglie indigenti o per quelle imprese che la crisi ha messo in ginocchio) alla richiesta di depositi cauzionali ritenuti eccessivi per alcuni utenti.
Sul deposito cauzionale vi è una partita aperta da Adiconsum secondo cui la cauzione sarebbe illegittima perché Abbanoa, agendo in regime di monopolio, non è esposta al rischio del cosiddetto “jumping”, il passaggio cioè del consumatore da un fornitore all’altro, lasciando qualche insoluto.
La cauzione che Abbanoa impone agli utenti varia dai 55 euro delle utenze domestiche ai 960 euro per le utenze di “pubblica utilità”.
Ecco il motivo della presenza di don Borrozzu, che in qualità di parroco di una parrocchia di Nuoro, quella della beata Maria Gabriella, si è visto recapitare una richiesta di 960 euro, la stessa che viene inviata agli ospedali, alle caserme e comunque a quelle comunità che ospitano decine, spesso centinaia di persone contemporaneamente e i cui consumi idrici non sono certo da paragonare a quelli delle chiese che in alcuni casi restano chiuse per la maggior parete dell’anno.
Ma la battaglia che don Borrozzu sta conducendo è anche al fianco dei cittadini deboli, degli indigenti, degli ultimi, nei cui confronti Abbanoa attua dei comportamenti veramente vessatori tanto da essere stata pesantemente sanzionata dall’Antitrust per pratiche commerciali scorrette.
Come ha sottolineato lo stesso parroco, la condizione sociale della Sardegna è una delle più precarie del Paese: gran parte della morosità che Abbanoa denuncia è morosità incolpevole dovuta a diversi fattori, alcuni da imputare ad Abbanoa stessa, altri determinati dalle situazioni contingenti. Sempre più numerose sono le famiglie in estrema povertà. La disoccupazione ha raggiunto percentuali allarmanti senza che all’orizzonte si intraveda una ripresa, e aumenta il numero delle imprese in sofferenza, che rischiano il fallimento anche per le esose pretese del gestore unico.
Alla trasmissione non ha partecipato nessun rappresentante di Abbanoa che solo all’ultimo momento ha comunicato la sua indisponibilità per “impegni precedentemente assunti”.
Una pessima figura che ha deluso la conduttrice, ma non gli altri ospiti, che conoscono a fondo l’arroganza la prepotenza dei vertici del gestore unico.
«Che cosa si aspetta da Abbanoa nell’anno del Giubileo della Misericordia?» ha chiesto Elsa di Gati in chiusura a don Borrozzu.
E lui sornione: «Dovrebbero passare attraverso la Porta Santa e chiedere perdono, per le malefatte commesse».
Da sottolineare, infine, che, mentre andava in onda la trasmissione, dai rubinetti di moltissime abitazioni di Porto Torres sgorgava acqua marrone con una insopportabile puzza di fogna.
Tutto nel totale disinteresse delle istituzioni, della politica regionale e nazionale i cui rappresentanti paiono più interessati alla qualità e alla tutela dei vitigni e dei vini sardi che alla qualità dell’acqua e alla tutela degli utenti, anch’essi sardi eh, onorevoli Lai e Pili!
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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