A quella signora che in tv vendeva intrugli e le ramaglie del suo giardino come talismano della felicità, dovrebbero pagarle i diritti d’autore. E’ stata lei, infatti, che, mediaticamente, ha scoperto i cantieri del nulla, la miniera a cielo aperto dell’ignoranza, che se è saputa maneggiare ti dà da campare e pure bene. Insomma, ci si può inventare un mestiere sulla superficialità e credulità popolare. Non è casuale che in Italia il fatturato dell’industria di maghi e fattucchiere sia intorno agli 8,3 miliardi di euro, con un bacino di utenza stimato in 13 milioni di persone. Una popolazione facile da irretire e che può determinare fortune individuali e persino elettorali. Lo hanno capito in tanti e per questo non si contano i tentativi di imitazione con ogni mezzo pur di capitalizzare la risorsa. Una realtà nella quale, alla fine, l’unica figura seria è il ciarlatano che è pienamente consapevole di dire sciocchezze a una moltitudine che lo sta ad ascoltare. E’ in questo inesauribile giacimento che si tuffano molti fra quelli che, una volta, si diceva vivessero di espedienti. Sì, se riesci a vendere normalissima acqua, camuffata con un’etichetta, come elisir della felicità, puoi vendere qualunque cosa, dal sapone alla politica. I social network hanno messo ancor più in evidenza la vasta platea della sciocca superficialità, la cui entità era prima solo intuibile. Hanno, così, cominciato a fiorire gli imbonitori e i profeti della webcam, i guru della cazzata, ognuno di loro seguiti da migliaia di contatti che trasformano un nullafacente istrionico in un personaggio pubblico, che, indipendentemente dalle fesserie che dice, l’esercito che lo segue basta e avanza per farne un fenomeno pubblicitario della rete e i guadagni sono assicurati. No? Provateci voi a farvi un selfie con un ridicolo e colorato copricapo in testa, sguardo ammiccante, bocca a culo stitico e registrare 148.763 mi piace. Poi ci sarà qualcuno che gli suggerirà altre strade, la più semplice è quella della politica i cui requisiti richiesti somigliano a quelli della circonvenzione e la platea di riferimento neppure si accorge di essere stata trasformata in elettorato. Quando una bacheca, popolata di idiozie, riporta: piace a 3.008.194 persone, due volte gli abitanti della Sardegna, è fenomeno sociale e antropologico, è il consenso fondato sul nulla, ma con diritto di voto. Ideale per costruire fortune. Perfetto come base elettorale.
(di Giovannimaria Mimmia Fresu)
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un…. (di Giampaolo Cassitta)
Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Mi vuoi vedere nuda? (di Cosimo Filigheddu)
Grazie dei fior. (di Giampaolo Cassitta)
Hanno vinto i Maneskin. Anzi, no. (di Giampaolo Cassitta)
Perché abbiamo bisogno di Sanremo (di Giampaolo Cassitta)
Cari radical-chic guardate Sanremo e non fate finta di leggere Joyce. (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo, Italia.
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.663 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design