Speriamo che Salvini ci riesca a farlo scendere dal soglio. Questo Bergoglio, che iattura! Io sono un mangiapreti stile bettola romagnola primi Novecento e prima che arrivasse lui a rovinare tutto pensavo che forse avrei fatto tempo a vedere la fine del potere della Chiesa. Mi dicevo che prima di morire avrei potuto capire come sarebbe stato il mio Paese senza la Controriforma e il Papa Re, senza i condizionamenti che per secoli hanno diviso noi e l’Europa su binari diversi. Tutto sino a qualche anno fa mi faceva pensare che fossero agli sgoccioli.
Invece no. Arriva questo gaucho che, come ogni bravo cowboy, ha fegato, sa stare bene in sella, sa menare le mani. E mi scompiglia tutto, riassicurando alla Chiesa un bel po’ del consenso che stava perdendo e garantendole un mucchietto di anni in più di vita. Mi sono detto: boh, accidenti, vabbé, tiremm innanz, ci sono abituato, ma comunque io, Rosso Antico di Buton, resto nel mio mondo e sarò sempre io e non quelli lì a garantire progresso, tolleranza e condanna del razzismo. Invece no. Arriva questo demonio di gesuita e mi ruba il mestiere, si sostituisce a me nel combattere i nuovi fascisti, dice con più efficacia di me che non c’è da scherzare con questa gente, mi ruba il mestiere proteggendo la povera gente e lo fa con atti di coraggio dal grande effetto politico e morale. Ma a che punto siamo arrivati? Ci lasciamo mangiare la pappa in testa da un prete! Ohè!
Meno male che c’è Salvini. Ora speriamo che il comizio milanese con il rosario, l’appello alla Madonna e la faccenda del papa e l’antipapa (ragazzi, brrr, che tonificante ondata di medioevo, peccato che Umberto Eco sia morto, le sarebbe piaciuta), anziché provocare soltanto frizzi e lazzi, faccia breccia nel cuore della cattolicità e ritorni un sano clima inquisitorio che riporti la Chiesa verso un’altrettanto sana decadenza.
Dice che adesso vogliono fare una manifestazione a Campo de’ Fiori contro il bronzo di Giordano Bruno. Mi infiltrerò. Però con baffi posticci (non da Zorro), per non farmi scoprire dalla Digos.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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