E c’era una ragazza che si era innamorata di un suo compagno di studi. Come tante altre. Un amore nato tra studenti fuori sede. Come tanti altri. Un amore pericoloso. Più di tanti altri.
Lei si chiamava Rossella Casini, lui Francesco Frisina.
Un amore sbocciato a Firenze, lungo le sponde dell’Arno.
Nato accanto all’acqua, morto nell’acqua.
Lei non sapeva chi era davvero Francesco finché non andò a Palmi. E lì vide il suocero morire ammazzato. Capì che in quella famiglia violenza, interessi e onore si mescolavano col sangue. Si fece forza per lasciarsi alle spalle un amore che si sporcava di rosso man mano che si consolidava. Non era, però, il rosso della passione. Lei salì sul primo treno e scappò via.
La raggiunsero, al telefono, per farle sapere che il suo Francesco lottava tra la vita e la morte. Una pallottola nel cranio, arrivata durante uno scontro a fuoco, lo teneva in bilico nella terra di confine fra questo mondo e quell’altro.
Corse al capezzale di Francesco, lui era in coma.
Rossella restò lì per mesi, accanto a lui, finché quei neuroni danneggiati da sinapsi interrotte riallacciarono i loro fili invisibili. Un amore che resisteva ai colpi d’arma da fuoco, all’onore della famiglia, alle faide, al sangue, al disonore. Lo portò con sé a Firenze e lo convinse a pentirsi. Per ricominciare un viaggio dopo essersi disfatti dei vestiti sporchi e riprendere daccapo.
Una donna innamorata. Una donna illusa. Come altre, più di tante altre.
I segreti della ‘ndrangheta non dovevano essere svelati. Pentirsi è da pusillanimi, anche quando il ripensamento è causato dall’amore.
Arrivarono le minacce e lei ritrattò. Francesco lo aveva già fatto, prima di lei.
Disse agli inquirenti che era stata rapita dal clan avversario, affinché si scagliasse contro la famiglia Frisina. L’obiettivo della famiglia di Francesco era chiaro:farla sparire dalla faccia della terra. E ci riuscirono. Di lei si persero le tracce.
Nel 2006, più di vent’anni dopo la sua scomparsa, il tribunale di Palmi ricostruisce la storia di Rossella. La ‘ndrangheta aveva buttato via quella donna coraggiosamente innamorata. Il suo corpo fu violato e la sua anima maciullata. Quel che ne era rimasto fu affidato al mare.
Questa è la storia di Rossella Casini, una donna stuprata, fatta a pezzi, dimenticata. I resti delle sue membra resteranno custoditi nel mare, per sempre. Ma lei rinascerà ogni volta che la sua storia verrà riportata a galla.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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