Oggi la macchina del tempo mi ha scarrozzata nel 1936, esattamente il giorno 17 dicembre, che cadeva di giovedì, nonostante mia sorella Maddalena, che era nata quel giorno, dicesse sempre che era venerdì 17, perché si sentiva scalognata. E non era vero: io le dicevo che gli scalognati sono quelli che si creano i problemi anziché affrontarli di petto quando ci si presentano.
Perché dunque il 17 dicembre? Perché il 17 dicembre è nato, oltre a mia sorella e a un mio caro amico, anche Jorge Mario Bergoglio, che ormai tutti conoscono come papa Francesco che il 17 dicembre ha compiuto ottant’anni, e al quale tutti, anzi quasi tutti, hanno fatto regolarmente gli auguri, da Obama a Mattarella, da Ratzinger a personalità della cultura, dell’arte e a semplici fedeli.
Si quasi tutti, dicevo, ad eccezione della signora o signorina (o magari signore, sotto mentite spoglie) Daniela Dau, che proprio ieri, 29 marzo, si ricorda, a distanza di oltre tre mesi, di fare gli auguri a papa Francesco dalle colonne della Nuova Sardegna (pag. 16) inviando una lettera che…si un po’ mi puzza di bruciato, e pure di qualcosa che si dice a nuora perché suocera intenda.
Perché mica questa lettera è una sviolinata per il papa, mica si tratta di una lettera di auguri, mica si esalta quello che Francesco sta portando avanti in termini di innovazione e di ammodernamento delle cose di chiesa (da me non aspettatevi discorsi profondi che sono profana e anche atea…), nooo, la sedicente signora Daniela Dau si lascia andare ad una filippica contro i giovani preti, contro “l’assenza materiale di sacerdoti nelle chiese” e contro la sempre maggiore presenza dei preti nei social network.
E li elenca pure, i social, mostrando una discreta conoscenza dei nuovi mezzi di comunicazione e di socializzazione, tipo Facebook, Twitter e Instagram, “vetrina per esaltare e gonfiare il loro “ego” supportato da “followers” festanti e adulanti”…
Cara signora o presunta tale, bene fanno quei giovani preti a utilizzare quegli strumenti, perché lì, in quelle piazze virtuali, si trovano i giovani coi quali interagire; lì c’è bisogno della presenza di guide spirituali, morali ed etiche se vogliamo evitare che quei luoghi diventino sempre di più le palestre dove si esercitano i peggiori esemplari della razza umana: quelli che urlano contro gli immigrati, quelli che insultano le donne, quelli che i politici sono tutti ladri e i preti son pedofili, quelli che gli zingari devono essere bruciati e i campi rom ruspati, quelli che prima gli italiani e infine quelli che parlano a nuora perché suocera intenda, anzi, che scrivono alla Nuova perché Atzei intervenga.
Quanto al curato d’Ars, signora o presunta tale, lasciamolo dove sta, che oggi non c’è più alcun curato, anzi si, ma è tutta un’altra cosa..
Ah, auguri a Francesco, e pure a don Michè!
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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