La situazione, se non fosse seria, sarebbe grottesca. Maurizio Buratti, meglio noto come Maurizio da Mantova perché interveniva spesso alla trasmissione di Radio 24 “la zanzara” con questo nome, è un no vax convinto. Si è vantato di esseri recato al supermercato con 38 di febbre. Nei giorni scorsi gli è stata diagnosticata la polmonite bilaterale, è stato subito male ed è stato convinto a ricoverarsi in un ospedale. Fin qui la storia nella sua “anormalità” è apparentemente normale. Da questo punto in poi, però scatta il burlesque, l’atto altissimo e fermo di Maurizio da Mantova. Decide di ricoverarsi a Verona e non negli ospedali della sua città e quando gli è stata chiesta la motivazione ha risposto: “A Mantova non mi fido perché ci sono i comunisti”. Il povero Maurizio, purtroppo, sta molto male. E’ intubato, gravissimo e non risponde alle cure. Si scriveranno fiumi di parole su questa storia (tifavo per un ritorno dei Jalisse a Sanremo) e si costruiranno muri da parte di chi sosterrà che Maurizio è uno sprovveduto contro chi rammenterà che lui, Maurizio da Mantova, era nel diritto di scegliere della propria vita. Non vorrei entrare in questa terribile e lunghissima diatriba dove le ragioni e i torti sono piuttosto confusi e dove chi ne discetta non ha la scientificità per farlo (ovviamente da ambo le parti). Chiedo soltanto una cosa: ma che c’entrano i comunisti con il Covid? Forse Maurizio si riferiva alla presunta origine del virus, dove impera ancora il comunismo? Inoltre: ma davvero negli ospedali di Mantova son tutti comunisti e, magari, mangiano i bambini? Auguro la pronta guarigione a Maurizio e alla prossima trasmissione cambi almeno il nome e si faccia chiamare “Maurizio da Padova”, sant’Antonio permettendo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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