Masamba viene dal Senegal, ha 58 anni, due mogli ed è già nonno. L’ho incontrato alla spiaggia di Mari Ermi, nel Sinis, dove gli ho offerto un po’ di ombra sotto il mio ombrellone e due bicchieri d’acqua fresca: mi pare che la legge italiana ancora lo consenta. Masamba qua lo conoscono tutti, perché viene in Sardegna dal 1998 ed ha preso residenza estiva a Cagliari. Estiva, perché la sua permanenza nell’Isola è limitata al periodo giugno-settembre, mentre nel restante periodo dell’anno lavora da gommista in un’officina del suo Paese. Parte da Cagliari in auto la mattina presto, assieme a due colleghi ambulanti, per battere gli arenili dell’oristanese, col suo zuccotto di cotone sulla testa e la larga e variopinta veste che trascina sui quarzi di queste favolose spiagge. Braccialetti in cuoio, collanine fatte di pietruzze prelevate dalle spiagge del Senegal, sculture d’ebano sono la sua merce. Qua lo conoscono tutti con lo pseudonimo di Salvatore Nieddu, che lui spiega come un nome d’arte. “Io sono un artista, cosa c’è di strano?” Per me Masamba è un uomo di 58 anni, figlio di una parte del mondo dove l’aspettativa di vita è molto più breve della nostra, che sfida caldo e fatica per risparmiare qualche spicciolo da destinare alla sua famiglia. Per altri, invece, è un invasore. A vederlo sudato, morto di fatica sotto l’ombrellone, tra gente in costume che faceva il bagno, non lo avrei mai detto.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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