Facevamo colazione sempre nello stesso posto. Cibo ottimo, prezzi buoni, personale gentile. Gli orari coincidevano. A volte la trovavamo già seduta a uno dei tavoli, altre arrivava poco dopo di noi.
Non ho capito subito che era una senzatetto. Non ho l’occhio allenato di chi la città la conosce bene. E poi diversi particolari non mi aiutavano: il cellulare nuovo, un modello ben più recente del mio, le unghie con lo smalto perfetto, coloratissimo. Mi era sembrata una signora un po’ eccentrica, come ce ne sono tante. Poi una sera l’ho vista addormentata sui gradini della porta sul retro della caffetteria. Ci aveva sistemato una coperta e vicino a sé c’erano un carrello del supermercato e qualche confezione di cibo da asporto. Il mattino dopo l’ho osservata più attentamente. Mi sono accorta che sceglieva sempre i tavoli vicini alla presa di corrente e metteva il cellulare in carica. La sua testa ciondolava, mentre la mano teneva la bottiglietta col succo d’arancia. Ho pensato che chi dorme per strada non può abbandonarsi a un sonno profondo, non è sicuro.
Il giorno seguente mi sono fatta coraggio e ho chiesto di lei a Rosa, la signora che stava alla cassa. Rosa era stupita delle mie domande e del mio interesse. Le ho chiesto se non si potesse fare qualcosa per lei, ho detto “ma se volessi regalarle un paio di scarpe lei potrebbe fargliele avere senza dirle da chi vengono?”. Rosa ha scosso le testa energicamente, “Non vuole aiuto. Non accetta soldi né regali. Viene qui tutti i giorni e vuole pagare. Nemmeno noi possiamo offrirle una ciambella o regalarle un maglione”. Ho ringraziato Rosa e mi sono sentita molto stupida. E inutile. E presuntuosa.
Ho pensato a lei altre volte. Quando è arrivato l’inverno e il freddo vero. A Natale. Ora più che mai mi chiedo come stia. Nella mia testa ho sempre pensato a lei come Marta, è un nome dolce che mi piace.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un…. (di Giampaolo Cassitta)
Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Mi ami? Fammi un riassunto. (di Giampaolo Cassitta)
Cari radical-chic guardate Sanremo e non fate finta di leggere Joyce. (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo, Italia.
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.663 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design