Perché, mi dice, c’è questa campionessa di ciclismo straniera che si allena qui in zona con i cicloamatori. E’ forte da fare impressione. Quattro pedalate e stacca tutti. Si sta allenando in Sardegna (una località costiera del nord) per ristabilirsi da un grave infortunio. Ha visto queste strade, questi panorami, in TV in occasione del Giro d’Italia, è così ha deciso di venire in Sardegna, nei luoghi della prima tappa. Certo, lei non forza, ma ha un colpo di pedale… E’ una olandese, ed è stata campionessa del mondo. Possibile che Marianne Vos, considerata, forse, in assoluto, come la più forte ciclista di tutti i tempi, si stia allenando in Sardegna? Mi informo meglio: è proprio lei, Marianne Vos, trentenne olandese con un palmares strabiliante, con già quattordici titoli tra mondiali e olimpiadi vinti nelle varie specialità del ciclismo, dalla pista alla strada al ciclocross, senza considerare le vittorie a livello giovanile. Un’atleta che nella specialità più prestigiosa, la gara su strada in linea, ha colto una vittoria olimpica, tre vittorie e sei secondi posti ai mondiali; una seconda medaglia d’oro olimpica l’ha vinta nella specialità a punti, su pista, gli altri nove titoli mondiali tra pista e ciclocross. Una atleta, oltre che forte, anche completa, in grado di primeggiare su ogni terreno e in ogni distanza, forte persino nelle corse a tappe, avendo vinto tre volte il Giro d’Italia femminile. Con mia sorpresa, la cosa, in Sardegna, è passata sotto silenzio. Capita spesso che atleti di rango vengano in Sardegna a “svernare” grazie al suo clima, o a passare in estate delle “vacanze attive”, per rimanere in forma, ma di solito la cosa si viene a sapere, la notizia esce sui mezzi di informazione. Una “testimonial” naturale come la graziosa atleta olandese, che sceglie la Sardegna per ristabilirsi da un grave infortunio, da altre parti avrebbe mobilitato interviste giornalistiche e comitati d’accoglienza. Insomma, la notizia del soggiorno di una grande campionessa sarebbe stata evidenziata bene, anche per “promuovere la località”. Il passaggio del Giro d’Italia ha rappresentato una straordinaria promozione dell’immagine paesaggistica dell’isola. Le immagini del mare e delle campagne della Sardegna hanno fatto il giro del mondo, con una esposizione di tempo eccezionale e con un numero di spettatori in mondovisione, calcolate nell’ordine delle centinaia di milioni. Una promozione eccezionale di una terra particolarmente vocata al cicloturismo e al turismo sportivo. Un investimento da parte degli enti locali con un ritorno in termini turistici garantito, esponenziale. E’ già capitato di incontrare frotte di cicloturisti e di scoprire che la loro presenza era dovuta alle immagini televisive del Giro d’Italia. Un eccellente investimento in quel tipo di economia, turistica ed ecologica, che in Sardegna, tormentata dal fallimento dello sviluppo industriale, tutti a parole proclamano, ma che nei fatti, in realtà, non tutti sembrano aver pienamente compreso. In Sardegna alle critiche sul rapporto tra costi e benefici si aggiungono, in questi casi, immancabilmente i processi alla psicologia di massa e alle dinamiche identitarie, con le conseguenti feroci diatribe e lo scambio reciproco di accuse di sudditanza e complessi di inferiorità. Ho chiamato questo fenomeno la “sindrome del cinghiale preso al laccio”, ovvero l’incapacità dei sardi di distinguere, tra i fattori che provengono dall’esterno, quelli buoni, amichevoli, e quelli cattivi, ostili, così come il cinghiale preso al laccio non distingue il bracconiere dalla guardia forestale che prova a liberarlo e attacca tutti, si divincola e si scaglia contro. Tutto si mescola e si confonde, i fenomeni vengono interpretati in modo deformato e, spesso, sono i simboli ad assumere significati assoluti e a prevalere sulla sostanza delle cose. Marianne Vos, la campionessa, sembra non curarsi di questi nostri crucci, e va per la sua strada. Ha affidato ai social, Facebook, Twitter, Istagram, pensieri e foto di questa sua bella esperienza sarda, vissuta con piacere e con passione. Tutto bene il soggiorno in Sardegna, dichiara Marianne Vos, che si sente pronta per le prossime sfide che la vedranno certamente protagonista. La Sardegna è angolo di Europa, nel mezzo del Mediterraneo, che a volte, ancora oggi, pare essere un luogo scoperto e riscoperto infinite volte, all’infinito. E tuttavia, l’idea che questa sia la mia terra mi rende felice: il luogo di strade belle ed assolate, con il mare azzurro da una parte e il declivio dai mille colori dall’altra, dove si può scorrazzare con il mezzo più amichevole, allegro ed ecologico che esista, insieme a vecchi e nuovi amici. Una terra spesso curva su di sé, torbida nei suoi pensieri e nel suo rapporto con il mondo, ma almeno buona per far ritemprare le energie ad una bellissima giovanotta olandese, piena di vita, di voglia di vivere e di vincere ancora.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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