Anda e ràttadi – vai e grattati. Non dire fesserie. Il prurito non è condizione necessaria. Anda e imbròscinadi – vai e insozzati. Come sopra. Il posto è a scelta, basta che sia sporco. Anda e tiradi su coddu – vai e tirati il collo. Fai come ti pare. Intracchinculu (tuttoattaccato)– vaffanculo classico in slang. Spesso preceduto dalla congiunzione “ma”. Ses burulende? – stai scherzando? Si formula con enfasi e palese indignazione Sciòla – vattene (niente a che vedere con il noto artista delle pietre sonore) Socio – amico – Confidenziale ma spesso utilizzato anche con persone appena conosciute. In casi disperati sostituisce in eterno il nome di persona dell’interlocutore. Bellobe’ – bello bello – introduce la successiva frase destinata a persona che si suppone più piccola d’età. Ma anche no. Cant’appes fiadu e/o alenu – così tu abbia fiato – utilizzato in diverbi in cui si hanno posizioni contrapposte. Ite ses, fizz’e vetraiu? – sei per caso figlio di vetraio? – simpatica domanda da rivolgere a colui che inibisce la vista di spettacoli o altre manifestazioni pubbliche a chi gli sta alle spalle, partendo dal simpatico presupposto che i figli dei vetrai siano, appunto, trasparenti. Sventiare – attendere che gli effetti dell’alcol o di altre sostanze si attenuino Fizzu ’e Sindigheddu – solitamente volto a stigmatizzare l’abbigliamento non particolarmente elegante di figli e giovani in genere. Andinnoromàla – vai in malora o luoghi limitrofi al vaffanculo. Indica l’esaurimento della pazienza. Ja sese acconzu – come ti sei conciato, come sei messo male – da pronunciare con espressione schifata. Serve a infilare il coltello nella piaga, alimentando il senso di vergogna di chi ha fatto o detto qualcosa di estremamente sbagliato. Bigliasfero – spinello Marzianetto – bicchierino di vino Sìndria – anguria, cocomero Fàghedi coddàre – fatti inchiappettare. Bagassa ‘e don Cimino – riferito a un prete che ha lasciato un ricordo indelebile nella comunità Si ti lèo, ti òcco – se ti acchiappo ti uccido – si tramanda di padre in figlio In punta di casino – molto lontano. A Loddone – idem come sopra – riferito ad amena località attraversata da fiume omonimo, un tempo assai distante dal centro abitato A muscare – ironico – andare a fare qualcosa di assolutamente inutile O est babbu o sa motonave – non può che essere così Uai – esclamazione – niente a che vedere con l’inglese “why”. Esprime solitamente indignazione. Molto utilizzato dalla componente femminile. Cess – esclamazione – di solito esprime stupore. Marrocula – pietra da paura Pola – buca da centrare nel giuoco delle biglie Bigliardino – variante locale del calcio balilla Zuddoni – brividi Macchìne – follia Cingomma – chewing gum, gomma da masticare Strattino – liquirizia filiforme confezionata, qualsiasi marca Bullunzone/a – persona affetta da obesità Mannu e maccu – persona cresciuta solo fisicamente De ghessa – te lo puoi scordare Colzu + nome – significa che la persona di cui si parla è deceduta Ne ho bel trapano – non sono affatto interessato Scarrascio – sputo Boscoddo – località immaginaria Masciume’ – si rivolge affettuosamente (ma anche no) a personcine imberbi Istivinzu – soprannome. Necessario per distinguere famiglie che condividono il cognome ma non sempre la parentela. Masedu – persona particolarmente abile Cagaranzu – fiore di scarso valore Conca ’e scopile – capellone, dalla capigliatura bizzarra Bodàle – qualsiasi cosa della quale sfugga il nome Su ìndattaru – le cozze Azzacarrata – pestata per bene Carramelda – scarabeo stercorario Troddio – peto A piantare pomo – fare qualcosa di poco interessante Su corrumannu ‘e sa fulca – indica località sperduta Amu in culu e fruscia – quando a domanda ci si sente rispondere: “Ah?” E crepese – quando a domanda ci si sente rispondere: “Eh?” Lòffio – losco, poco raccomandabile Piscafigu – canna attrezzata per raccogliere fichi d’India senza pungersi Essidedda a piscafigu – commento rivolto a chi ha detto qualcosa di molto distante dalla realtà Cane morto – traditore, infido Suzzu/a – non particolarmente avvenente Grezzo – rozzo Magazzeno – slang – magazzino, deposito Gavione – baro Ciòcciamela – (ehm… e questa come la traduco? Fate voi). Osciadu – letteralmente sta per bruciato, ustionato ma è utilizzato anche per definire una persona in gamba. Misteri olbiesi. Pindaccio – jettatore Conca ‘e bagna – persona dai capelli rossi Zio Antoni Fumera – l’equivalente dell’odierno “Risparmio Casa” su furgoncino 850 Fiat dotato di altoparlante esterno Pane e multa – pane e mirto – ciò che, secondo mio padre, avrei dovuto mangiare se fossimo stati nel ‘43 Luisu – pittoresco personaggio stanziale di piazza Regina Margherita. Passava il tempo a inveire contro le forze dell’ordine Cugurra – donna del malaugurio Il tedesco – celebre carabiniere biondo autore di un numero imprecisato di sequestri di motorini modificati Palo – persona noiosa Cibbìo – persona che ci vede poco Tiralastico – fionda
Trabaglinu – poco propenso alla fatica Piumbu – persona pesante Piumbu de fundale – persona pesantissima Barrasone – macchinario ingombrante Finazzu – tutt’altro che elegante Minnannu cadreaiu – parente immaginario, costruttore di sedie tirato in ballo in caso di eccessiva invadenza del vicino di posto Sos manos de su milesu – poco delicato o distratto; riferito a commerciante di agrumi di Milis il quale, essendo sprovvisto di mani, era solito contare le arance con i piedi Scioppare – morire di caldo Minzidiare – provocare Chi ti falede unu raiu – che tu possa essere centrato da un fulmine Dozzena – slang – dozzina (vedi magazzeno)
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