Paolo Maninchedda è un brillante intellettuale, una persona di acuta intelligenza con piena coscienza della propria statura. So che tanti indipendentisti lo detestano perché sta in giunta col Pd, io invece lo considero una preziosa risorsa per la politica sarda. Conoscendo la propria forza non teme le battaglie impopolari, che mi pare sposi per effettiva convinzione e non solo per opportunità politiche. E come ogni persona intelligente Maninchedda sa perfettamente che gli uomini cambiano e che oggi ciascuno di noi è diverso da quel che era ieri, il mese o l’anno scorso. Cambiamo tutti, anche Maninchedda, come dimostra la sua biografia politica. La condizione umana è dinamica, un viaggio che spesso ci porta a conclusioni opposte rispetto agli assunti da cui eravamo partiti.
Giovedì scorso ho sentito parlare Maninchedda ad Olbia, dove è intervenuto per sostenere la corsa a sindaco di Carlo Careddu. Come sempre un discorso alto, ma con i piedi ben piantati nello specifico della realtà olbiese che da assessore ai Lavori pubblici ha ben imparato a conoscere, per i noti motivi del dissesto idrogeologico. Ad un certo punto ha tirato in ballo un tale professore Gianfranco Lizza, che sarebbe uno dei plenipotenziari della Qatar holding in Sardegna. Mi pare di ricordare le parole precise: “Dal Qatar dovranno spiegarci perché hanno deciso di farsi rappresentare da uno che era negli elenchi della P2”.
Naturalmente questa uscita così forte ha destato clamore e la prevedibile reazione degli avvocati di Lizza che, a quel che ho potuto capire da Google, è un professore universitario di geopolitica. Maninchedda ha controreplicato citando gli atti parlamentari della Commissione Anselmi, da cui risulterebbe che effettivamente Lizza fosse iscritto alla Loggia di Gelli.
Debbo dire che l’uscita di Maninchedda mi ha molto sorpreso, considerata anche la sua assoluta capacità di valutare gli effetti mediatici delle dichiarazioni di un assessore regionale. Specie se fuori protocollo, come in questo caso.
La Loggia P2 è stata scoperta dal magistrato Gherardo Colombo nel 1981 e dentro c’erano centinaia di persone, molte delle quali sicuramente inconsapevoli delle finalità eversive cui probabilmente miravano gli ispiratori di questa massoneria. Ma io resto dell’idea che sia sbagliato delegittimare un uomo per le scelte compiute trent’anni prima e senza certezze sufficienti che ci permettano di capire perché l’oggi 73 enne Lizza avesse aderito all’ambiguo progetto di Gelli. Forse non tutti quegli uomini volevano neutralizzare le istituzioni democratiche, così come nessuno ha accusato Maninchedda di eversione per non aver applaudito il Del Rio, quando nella stessa occasione il ministro ha ricordato la sacralità della festa della Repubblica. Avrei preferito che Maninchedda, anziché alimentare il sospetto, esprimesse dubbi e critiche sull’azione presente dell’imprenditore Qatar in Sardegna, sulle scelte in corso, sulle effettive ricadute per la Sardegna e sul suo grado di coinvolgimento. Invece ha rivangato il passato, mai dimenticato (e mai da dimenticare) ma pur sempre remoto (lui obietterà che la presenza di Lizza nella P2 è un dato di fatto, non un sospetto, ma poco cambia). Se ragionassi nello stesso modo, dovrei ricordare a Paolo Maninchedda che nel 2009 sostenne da alleato alle regionali il centrodestra di Ugo Cappellacci, contribuendo alla vittoria del Pdl: un’area politica zeppa di massoni e che aveva nel suo leader politico nazionale Silvio Berlusconi la tessera 1816 della P2. Ma non lo farò, perché so che le persone cambiano e solo quelle intelligenti hanno il coraggio di cambiare idea e di ammettere di aver sbagliato. Forse Paolo Maninchedda e Gianfranco Lizza non sono poi tanto diversi.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design