Trenta anni di Olanda mi hanno ovviamente cambiato.
Quell’infarinatura di italianità che mi avevano dato la scuola e la televisione sono svaporate.
Ma non sono nemmeno diventato olandese.
L’esilio ha rafforzato la mia sardità e il mio essere internazionalista.
C’è unu scimproteddu che vede una contraddizione in questa cosa, ma non c’è da preoccuparsi: è solo uno di ProgReS.
Tutto questo per dire che io guardo all’Italia come a un paese straniero, alieno.
Un paese incomprensibile.
Per la cronaca: la Sardegna–o meglio i sardi–mi risulta ancora più incomprensibile, visto che accetta di essere ricoverata in quel manicomio criminale, senza neppure averne i vantaggi.
Allora, dopo trenta anni di Olanda, io mi stupisco di leggere i nomi di imputati sul giornale e di sentirli nominare con nome e cognome alla televisione.
Il guardonismo degli italiani lo esige.
E la politica si guarda bene dal proteggere la privacy di un imputato.
Comprensibile per Berlusconi, che ha bisogno di audience per i suoi media, ma gli altri?
Così un imputato viene processato e condannato dai media e dal pubblico, alla faccia della presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva.
Gli italiani–ma anche i sardi–godono da matti a queste esecuzioni pubbliche.
Non può essere altrimenti, visto che i media li accontentano: a quelli interessano i soldi.
What else?
E i media danno in pasto al loro pubblico la vita degli imputati.
Ricordo le mutande sporche di Annamaria Franzoni, fatte odorare ai lettori di Repubblica–dico: di Repubblica–con un commento sulla sua sciatteria.
Quelle mutande ce le hanno proprio quasi fatte odorare.
La sciatteria di lei, mica del giornalista, eh!
Adesso un’altra madre viene data in pasto alle iene italiane–e sarde–perché, evidentemente, ce n’è richiesta.
Le madri c he ammazzano i loro figli eccitano gli italiani.
I mammoni per eccellenza si eccitano a leggere di mamme assassine.
Repubblica titola oggi: “La donna continua a negare. Non ha ancora confessato”
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/12/09/news/nuovi_interrogatorio_per_la_mamma_di_loris_ha_passato_la_notte_guardata_a_vista-102454370/
Hanno già deciso che è colpevole e che prima o poi confesserà.
Un’altra mamma assassina da dare in pasto ai mammoni-guardoni.
Io non ho letto niente, tranne il titolo.
Mi rifiuto.
Mi rifiuto di essere un mammone perverso e italiano.
Non voglio sapere niente di questa tragedia.
Sento solo una pietà enorme per il bambino e per quella donna.
Pietà per una donna che, sia che sia innocente, sia che sia colpevole, ha diritto a non essere conosciuta: né da me, né da nessun altro che non sia nella posizione di dover sapere.
Io ho il dovere di non sapere chi è.
Se uno stato incivile non la protegge da me, da noi, é mio dovere non sapere.
Non ho il diritto di giudicarla.
Quel compito ingrato spetta ai giudici e agli psichiatri.
Oltretutto, qui siamo chiaramente di fronte a uno di quegli incidenti mostruosi che la vita, la natura, tengono sempre in riserva per gli umani.
Cosa potrei dire, se non banalità?
E se questa madre fosse innocente?
La legge italiana permette che un innocente—e lei lo è fino alla condanna di terzo grado—sia gettato in pasto ai guardoni italiani e mammoni perversi.
Ma nessuno capisce che non è giusto tutto questo?
E se capïtasse a voi?
E se capitasse a uno di noi, che non siamo nessuno, che non abbiamo nessuna notorietà o dovere nei confronti del pubblico?
Che cazzo di paese è l’Italia?
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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