Questa roba della russofobia è intollerabile. Per quanto si possa detestare Putin e il suo governo ed avversare le sue azioni, e condannare l’uso sproporzionato della forza ed insistere per far cessare il fuoco, e tutto quello che ciascuno vuole esprimere, ricordiamoci che il popolo russo e la sua storia sono parte della nostra. E che “i russi” sono persone. L’Armata Rossa entrò per prima a Berlino e ci liberò dal nazismo, tanto quanto gli Alleati diedero in Italia una spallata decisiva al nazifascismo. La letteratura e la musica russa hanno segnato la storia della cultura europea e mondiale. Nessuno ha mai impedito alla cantante Noah di cantare, anche se il governo del suo paese, Israele, sta massacrando quotidianamente i palestinesi. Tantomeno nessuno ha impedito la proiezione di 007 o a Bruce Springsteen di cantare mentre i rispettivi Paesi bombardavano l’Iraq senza motivo alcuno. Ne’ alla nazionale francese di giocare durante la sconsiderata azione militare contro la Libia e Gheddafi, che ci ha consegnato la attuale situazione di merda. Ne’ hanno cancellato Dante e Leonardo o impedito a Toto Cutugno di cantare la sua italianità quando abbiamo concorso al bombardamento di Belgrado. Le azioni politiche e militari di uno Stato possono provocare giuste reazioni sul piano diplomatico e sanzioni sul piano economico, ma non possono mai mettere in discussione la cultura, l’arte, la cooperazione umanitaria, il sentimento di fratellanza tra gli esseri umani di ogni nazione ed etnia. Chi discrimina un essere umano perché non condivide la politica del suo governo è un cretino. Chi impedisce all’arte ed alla cultura di superare le barriere nazionali e gli steccati ideologici è un somaro. Anche perché se c’è una possibilità, una sola, che in fondo alla coscienza degli uomini politici si accenda un lume di umanità, lo dobbiamo agli artisti, agli intellettuali, agli scrittoti, agli sportivi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
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Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
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