Ci si lamentava che la musica era sparita, che Sanremo era diventato uno spettacolo dove i cantanti erano un contorno. Oggi, la prima grande critica è stata: troppi brani e la prima canzone, quella di Renga è stata presentata dopo nemmeno tre minuti. Ecco: gli incontentabili sono ritornati, quelli sempre pronti a non essere d’accordo a prescindere, a dire sempre tutto e il contrario di tutto, tanti grandi direttori artistici spaparanzati sul divano che dileggiano i cantanti e i presentatori di turno. Qualcuno sui social, in concomitanza con Sanremo, postava canzoni dei suoi beniamini che a Sanremo non erano presenti. Insomma, la bella trasposizione del populismo italico dove nessuno può essere d’accordo con il proprio avversario in quanto bisogna sempre buttarla in caciara. A prescindere. A me Sanremo, ieri sera non è piaciuto moltissimo e il giudizio è tipedino. Ll’ho visto fino ai titoli di coda senza sorbirmi il dopofestival. Quattro ore di spettacolo sono forse troppe e non capisco, per esempio, l’idea di far cantare tutti il primo giorno. Però una mia personale classifica l’ho fatta e ve la regalo, con la speranza che stasera, riascoltando i brani, si possano comprendere meglio. Una cosa incredibile è la percentuale altissima di stonature: alcuni cantanti parevano addirittura un tono sotto rispetto l’orchestra. Speriamo che l’armonia – leit motiv di questo festival – possa partire proprio da stasera.
Ecco le pagelle:
Francesco Renga La voce c’è (e non stona) il testo si è fermato a Eboli. Troppo scontato. Però il compito lo svolge con sufficienza. 6
Livio Cori & Nino D’Angelo I più svantaggiati per le voci. D’Angelo addirittura incomprensibile. Riascoltandolo in originale si capisce che il pezzo è bello, ricorda qualche aria alla Pino Daniele. Da risentire. 5 e mezzo. Nek La voce è sempre la stessa e il ragazzo canta bene. Canzone pop, ben costruita e ben cantata. Il problema di Nek (ottimo musicista) è che non ha testi validi. Peccato. Può arrivare in alto 7=
The zen Circus Ma dove sta scritto che gli autori debbano assolutamente cantare la canzone? Il testo non è male anche se troppo dadaista in alcuni passaggi. Riascoltato ha un senso “maudit” e la citazione sull’anarchia è quasi una rivoluzione per Sanremo. La voce del gruppo da rivedere. Troppo impostata e troppo sbagliata. 6+ (il testo vale 8, l’esecuzione non più di 4)
Il volo Il classico dei classici per Sanremo. Queste canzoni devono esserci per poter dire “Sanremo è Sanremo”. Ma anche no. “Siamo sole in un giorno di pioggia” è un passaggio troppo scontato. 3,5
Loredana Bertè E’ ritornata con prepotenza, con autorevolezza, con passione. E’ ritornata Loredana, quella di “Non sono una signora” ma anche quella del “mare d’inverno”. Non sbaglia più una canzone e il testo di questo brano sanremese è del grandissimo Curreri, leader degli Stadio e titolare della musica di “un senso” di Vasco Rossi. Alta classe. Può vincere. Almeno per me 9
Daniele Silvestri I ragazzi che vivono dentro le stanze chiamate da Silvestri “carcere”. Sono gli adolescenti che si perdono dentro la realtà virtuale: gli hikikomori. Ci voleva coraggio per scrivere un testo così bello, così intenso. Non vincerà Sanremo, peccato. Se lo meriterebbe. 9
Federica Carta e Shade.Canzone adatta per le radio con il ritornello che “acchiappa”. Ricorda Fedez, Coez, J-Ax, ricorda un po’ tutto ma è poco originale. La Carta ha una bella voce, troppo identica alla Michelin. Già sentito e funzionerà nelle radio, ma questo è un altro discorso. 5Ultimo. Già visto, già sentito. La pessima fotocopia della bellissima canzone che ha vinto le giovani proposte lo scorso anno. L’inizio è cantato malissimo e per provare a rimediare urla in maniera esagerata. 4,5
Paola Turci.Bella e brava interprete. Canzone ben impostata. Riesce sempre ad essere la ragazza del primo banco, sempre preparata, pronta ad alzare la mano. Ha giocato con il nude-look ma poteva anche non farlo. Comunque brava 7
Motta. Anche lui dovrebbe fare l’autore e non il cantante. Stonatissimo, fuori misura, completamente diversa dalla canzone sentita successivamente in “originale”. Il testo, troppo osannato, non dice molto. Può migliorare, ma ne dubito. 3,5
BoomdabashLa canzone è carina (stonano anche loro) e farà la fortuna delle radio. Niente di più 6-
Patty Pravo e Briga. Bisogna anche dirglielo a Patty che il tempo è passato e la voce va curata. Poteva cantarla con meno “giggioneria” e Briga non riesce a migliorare l’esibizione. 5 di stima ma Patty, quella vera, era un’altra cosa
Simone Cristicchi Una preghiera laica molto parlata e poco cantata. Con “ti regalerò una rosa” aveva stupito e vinto Sanremo, ma non si può ripetere la stessa formula. Il testo non è banale ma non è un capolavoro, ci sono troppi luoghi comuni. Magari interpretata e soprattutto cantata da qualcun altro (Fiorella Mannoia, per esempio) poteva vivere un’altra dimensione. 5,5
Achille Lauro Sarà che le partiture musicali devono avere una dolce armonia, questo inno inutile e gridato non lascia nessun segno e non si farà ricordare: 3, di stima.
ArisaSa cantare, sa interpretare, forse troppo stile “Matia Bazar” ma la partitura musicale è molto originale e la canzone ha un testo fresco e orecchiabile. Azzardo: può anche vincere Sanremo e non sarebbe uno scandalo 7,5
Negrita Bel testo e ottima interpretazione, anche se riescono in questa serata segnata a stonare anche loro. Il pezzo “Dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto/ come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco” ci riporta alla realtà e non ci vuole moltissimo a capire a chi era diretta. Però la rima fiori distorti e passaporti se la potevano evitare. 8
Ghemon Se uno scrive “rose viole stese sulle lenzuola” può solo partecipare al premio “modà” e ripartire dal via. Canzone che non parte, troppo sofisticata, quasi radical scic, molto song-look paramilitare che fa un po’ paraculo. 5 per il coraggio
Anna Tatangelo.La voce c’è, anche lo charme ma la canzone è orribilmente scontata. E’ destinata a salire sul podio perché lei sa cantare. Se riuscisse a farsi passare qualche testo da Fossati forse potrebbe svoltare. E invece resta sempre in zona Gigi D’Alessio. 6 per la voce
EinarCanzone paracula, con ritornello che si fa ricordare. Purtroppo ricorda molto Mengoni, poteva cantare un tono più alto e l’armonia ne avrebbe giovato. Comunque non male. 6+ (per il ritornello)
Ex-otago“Tra le tue cosce dietro le orecchie” e poi ridete di “in tutti i luoghi e in tutti i laghi”. In prigione senza passare dal via. La canzone è ben costruita e ha una buona melodia, ma certi passaggi sono inascoltabili 5
IramaIl testo è interessante che se è abbastanza sentito come ballata. Il modo di cantare non è originale. Non stona perché la canzone non è urlata e ha una buona costruzione armonica. Qualche problema con le rime e un po’ fumoso nel complesso. Però il brano è d’impatto. Da risentire.6,5
Enrico NigiottiEnnesima canzone che inizia sottovoce (ma perché??) Il testo però è bello “mi mancano i tuoi fischi quando vai a pisciare/mi manca la Livorno che sai raccontare”. Bella ballata, ben cantata, ben interpretata. Può arrivare lontano 8-
MahmoodBuon ritmo, ben interpretata. Ma si ferma qui. Passerà in radio perché ha degli ottimi arrangiamenti5,5
E da Sanremo, per oggi è tutto.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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