Ha stretto al petto i suoi due figli e si è incamminata verso il mare del Lido di Orrì. Il cervello di quella mamma, abbattuto da un corto circuito, non era in grado di realizzare che l’abbraccio sarebbe stato mortale. Però, in mezzo a tutti i neuroni inceneriti da chissà quale baratro di disperazione, era netta la percezione e la volontà di non separarsi dai propri figli. Ora le madri perfettine, che inanellano inorridite arringhe alla tastiera del pc, saranno in grado di capire che l’istinto materno non c’entra nulla?
Fino a quando stiamo dentro lo spazio, siamo tutti salvi. Anche se alcune parti colorate della nostra vita diventano in bianco e nero, anche se il colore sbava. Anche se non è omogeneo e lascia sulla tela grumi e coaguli simili a sangue rappreso. Ma basta un attimo per ritrovarsi oltre il limite.
Immancabili arrivano le sentenze, senza processo. Prive di testimonianze, avvocati difensori e talvolta senza nemmeno l’accusa. Giudizi senza appello, scagliati con violenza, costruiti col sedimentarsi di pregiudizi e parole non dette, dove anche l’ultimo rigurgito di umanità è inghiottito dalla presunzione della valutazione di censori. Dove la saccenteria schiaccia le persone dentro le proprie convinzioni, come topi nelle tane In quell’ammasso di sentenziosità muta e sorda che porta sul viso le crepe e i solchi del degrado.
Mi piacerebbe sondare la serenità dei figli di tutte quelle persone che hanno speso un po’ del proprio tempo a indossare toga e parruccone. Gente ignara del fatto che dietro ogni “Spostati e lascia fare a me, ché non sei capace” o “Guarda tua sorella, lei sì che è brava” tirate addosso al figlio, sta perpetrando un micro delitto.
Esistono mille modi per uccidere i figli, volendo. Si tratta solo di decidere se somministrare la morte in un’unica soluzione o in piccole e comode rate quotidiane.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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