Paolo Limiti mi ricorda un pezzo della mia adolescenza e più precisamente una canzone cantata dai Nuovi Angeli nel 1974: “Anna da dimenticare” e un’altra del 1968 cantata mirabilmente da Mina:”Sacumdì, sacumdà”. La macchina del tempo di oggi è dedicata a questo delicato personaggio scomparso ieri, a soli 77 anni, a seguito di un tumore. Qualcuno ha ironizzato per i suoi strani capelli, qualcun altro per quel suo modo sempre troppo accondiscendente nel fare televisione che ricordava Luciano Rispoli. Eppure, per me, Paolo Limiti era soprattutto “Anna che mi da un bacio, in punta di piedi” e aveva sempre il ritmo di “sacumdì, sacumdà”. Un uomo gioioso, ottimista, sempre disposto alla battuta, grandissimo intenditore di cinema, paroliere che collaborò con Ornella Vanoni, Mina, Loretta Goggi, Fred Bongusto, Demis Roussos, Mia Martini. Un uomo di altri tempi, di tempi dove si camminava in punta di piedi e si parlava di cose che si conoscevano. Se andate a vedere le moltissime trasmissioni televisive che Limiti ha condotto vi renderete conto che aveva sempre delle risposte e delle proposizioni: sapeva benissimo di ciò che parlava. Non era saccente ma riusciva a muoversi benissimo nel mondo dello spettacolo. Ha anche partecipato, come autore, al successo di Rischiatutto. Ha attraversato gli anni ruggenti di una musica semplice, fatta senza troppe urla, con molto romanticismo ed un pizzico di ironia. Quante volte, in quegli anni, abbiamo osservato le nostre ragazze che si somigliavano tutte un po’ all’Anna da dimenticare: “gelosa matta senza mai darlo a vedere, con un talento per fare guai”. E lui, Paolo Limiti, che probabilmente come la ragazza della canzone non sopportava il treno che parte, alla fine è partito e da queste parti non tornerà più.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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