Il clamore che si è sollevato all’apertura dell’autolavaggio Sexy Car Wash di Olbia, dove due ragazze lavano le macchine abbigliate con dei pantaloncini corti ed una t-shirt, proprio non lo capisco. La pubblicità, qualsiasi pubblicità, è a sfondo sessuale da decenni a questa parte. Gli scandalizzati non si erano mai accorti che i giornali, anche i quotidiani, spesso contengono nelle loro pagine cosce, tette e culi? Non hanno notato, sempre gli scandalizzati, che le trasmissioni televisive pullulano di donne che si affidano alle abili mani del chirurgo estetico, assecondando i gusti del maschio medio, per far lievitare ciò che madre natura ha distribuito con parsimonia?
Che piaccia o meno la donna è sempre e comunque elemento decorativo, con richiami sessuali. Talvolta impliciti e altre volte più espliciti. E sovente di impersonare quel ruolo lo decide autonomamente. Gli esempi di come la pubblicità usi il corpo delle donne per aiutare le aziende a vendere i loro prodotti è infinito e allora o ci scandalizziamo per tutti o per nessuno.
C’era la réclame di un’automobile, tempo fa, dove il protagonista, un distinto uomo in giacca e cravatta, apriva lo sportello e salendo a bordo affermava: – una BMW di seconda mano è come una bella donna, tu sai che non sei il primo ma provi comunque piacere! – Chiudeva lo sportello e partiva soddisfatto. Quella pubblicità era davvero scandalosa per i contenuti maschilisti che trasudavano da ogni sillaba. Eppure non mi pare d’aver mai letto/sentito dichiarazioni di dissenso da chicchessia.
A me sembra, piuttosto, che si stia arrivando al paradosso di strumentalizzare questa strumentalizzazione. E servirsi delle donne, ancora una volta, per fare i paladini della giustizia ha un retrogusto amaro. Perché l’uso dell’uso è davvero un abuso!
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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