Un orso polare che avrebbe attaccato alcuni turisti nelle isole Svalbard è stato ucciso a fucilate da un addetto alla sicurezza dei turisti stessi. Molto più vicino a noi, a Platamona, Capitaneria di Porto e servizio veterinario dell’Asl l’altro giorno sono stati mobilitati in non ricordo più quale “pettine” per una razza che incrociava con il pinnare pigro delle sue piccole ali a una decina di metri dalla battigia. Una signora allarmatissima temeva per il suo bambino. Un veterinario, paziente e competente, le ha spiegato che la razza era a casa sua e dovevano essere la signora e il suo bambino a comportarsi da ospiti. E comunque, se uno non è tanto coglione (questo termine lo uso io, non il veterinario) da andarci sopra e pestarle l’aculeo, la razza è soltanto un magnifico spettacolo della natura che bisogna ritenersi fortunati di potere ammirare, non un pericolo. Mi riferiscono che per fortuna le parole del veterinario sono state commentate dagli applausi della maggior parte dei bagnanti. Ma forse noi conserviamo un minimo di dignità. Nell’uccisione dell’orso nelle isole norvegesi, invece, gli applausi sono andati all’eroico addetto alla sicurezza che ha dimostrato un’ottima mira. Uno si chiede che cosa ci facesse questa massa di turisti alle isole Svalbard, pressappoco al corno grande della forca, luogo selvaggio dove orsi polari e altre bestie così dovrebbero campare in pace. Nella loro pace. Ci facevano una crociera, quei turisti. Facevano gli eroi che volevano vedere la natura selvaggia senza rinunciare alla sicurezza del salotto di casa, rappresentato dall’addetto alla sicurezza armato. Sono gli eredi di Tartarino di Tarascona che andava a caccia di leoni nel giardinetto della sua intrepida immaginazione. Questi turisti, invece, tra i leoni ci vanno davvero, pagano fior di quattrini per andarci; e se ne hanno problemi, i leoni li fanno ammazzare. Sono gli stessi che hanno del nostro mare di Sardegna una concezione da piscina clorata e con bagnini e che ritengono di potere visitare la Basilica di San Marco senza scendere dal palazzo galleggiante. Se poi le onde provocate dal mostro faranno affondare Venezia, pazienza. Se poi sarà necessario uccidere un orso, pazienza. Intanto io avrò qualcosa da raccontare quando torno a casa. Soldi ben spesi.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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