Migranti? Ci dicono che siamo cattivi cristiani. Però bisognerebbe anche guardare un po’ il catechismo – ha affermato qualche giorno fa il ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, – c’è un passaggio da tener conto: “ama il prossimo tuo”, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità.A queste parole, che francamente non associo alla lettura più ortodossa del Vangelo, aggiungo la quasi contemporanea reazione del ministro degli Interni (l’uomo col rosario in tasca) di fronte a una madre che urla il proprio sdegno davanti a una scritta con tanto di svastica sui muri di Melegnano, “Ammazza al negar”, solo perché ha adottato un ragazzo senegalese: – Io rispetto il dolore di una mamma, abbraccio suo figlio e condanno ogni episodio di razzismo – ha detto Matteo Salvini. – E la signora rispetti la richiesta di sicurezza e legalità che arriva dagli italiani, che io concretizzo da ministro.Il frullato di concetti e argomenti, senza né capo né coda, agli italiani piace ma, a dirla tutta, io proprio non lo capisco. Per quanto mi sforzi qualcosa continua a sfuggirmi, soprattutto quando poi si arriva al dunque della questione che è sempre e solo una: prima gli italiani!Così per approfondire la questione, giacché siamo in una fase di sperimentazione sociale (sic!), mi piacerebbe chiedere, per assurdo, agli illustri ministri: – Supponete che un medico di Pronto Soccorso sia costretto ad agire immediatamente su due pazienti e che si trovi davanti un nigeriano appena sbarcato dalla nave Diciotti e un italiano. Secondo voi chi dovrebbe salvare per primo?Sono certo che la risposta che mi darebbero entrambe, sempre per assurdo e rispetto alla loro impostazione filo-evangelica, è quasi evidente: – Prima il nostro concittadino!Non perderei tempo a spiegargli che un medico, per quanto invasato, dovrebbe agire valutando la questione in base a chi sia più in pericolo di vita, ma se uno non riesce a coglierlo osservando, per esempio, un Gino Strada che agisce con coscienza, applicando lui sì alla lettera il Vangelo senza riempirsi la bocca di citazioni strumentalizzate a piacere per i propri scopi, andrei subito a rilanciare: – E se il nigeriano pagasse le tasse e l’italiano no? E se il nigeriano fosse eterosessuale e l’italiano omosessuale? E se il nigeriano fosse credente e l’italiano ateo comunista? E se il nigeriano avesse vinto il premio Nobel e l’italiano facesse solo l’operaio? E se il nigeriano fosse un onesto cittadino e l’italiano un mafioso? E se il nigeriano vi avesse salvato la vita e l’italiano messa in pericolo? E se il nigeriano fosse un uomo e l’italiano una donna? E se il nigeriano fosse una suora e l’italiano una prostituta? E se il nigeriano fosse un volontario e l’italiano un assassino?Chi è il «proprio» vicino? Cosa vuol dire «vicino»? Cosa c’entra la «sicurezza» con una svastica? Stando al ragionamento assurdo e bizzarro degli esimi cattolici ministri, dovrei salvare prima un pugliese, in quanto di origine pugliese, e poi un veneto o un lombardo? E un medico sardo mi dovrebbe mettere in coda se prima ci fosse uno di Sassari? Prima gli italiani è un’aberrazione lessicale, una distrofia perversa. Si parte con i “negar”, perché sono negri, appunto, e non è in ogni caso un punto secondario, e si prosegue con gli ebrei, i froci, i rom, le puttane, i maniaci, gli obesi, i rossi, gli albini, i napoletani (quelli che puzzano, come cantava Salvini), i siciliani (che son tutti mafiosi) o i crucchi (che sono tutti nazisti).Il problema è che “scegliere” tra esseri umani, come loro suggeriscono, per garantire una presunta sicurezza, è il crimine più grande che ci stanno insegnando, scegliere come facciamo quando andiamo a comprare una pizza o un cucciolo: vuoi un dalmata o un boxer? Io personalmente faccio sempre più fatica a capire perché noi italiani siamo così cechi, pieni di rancore, così soffocati dall’odio; perché siamo arrivati ad arrancare questo bisogno di “nemico”, iniettandocelo come metadone di Stato. Forse per sopportare lo sfacelo sociale a cui andiamo inesorabilmente incontro? È una parte del problema, suppongo anche perché l’odio è funzionale al potere: disprezzando l’altro (che mi indicano come il nemico) io mi garantisco un me stesso che per quanto liofilizzato, pronto all’uso, ti libera dalla responsabilità vera, quella di guardarti dentro. Allora forse il problema è che non sappiamo più chi siamo e ci ostiniamo a pensare che la causa del nostro turbolento destino siano gli altri.Io comunque non sarei mai in grado di scegliere tra due esseri umani, proprio no, e spero di non doverci essere mai costretto. Mi fa orrore, di che ne dicano i due ministri, solo l’idea mi fa orrore!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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