Vedo sul sito del Corriere della Sera un video girato al centro di Madrid, in plaza Mayor, una delle più belle al mondo, penso. Ci sono i tifosi olandesi del Psv Eindhoven, tanti, che prendono il sole occupando tutti i tavolini di un bar. Sono qui per il ritorno degli ottavi di Champions, la loro squadra deve affrontare l’Atletico Madrid. Dall’Olanda sono arrivati quasi in tremila e oggi a Plaza Mayor ce n’è un buon numero. Io adesso spero tanto che quel video sia uno scherzo, che sia la scena di un film. Non so cosa sperare. Ma se è vero mi piacerebbe parlare a quella ragazzina con i lunghi capelli neri che ride compiaciuta e riprende la scena con il telefonino. Che scena? I suoi amici tifosi olandesi buttano monetine a certe nomadi per il gusto di vederle litigare tra loro mentre corrono a raccoglierle. E ridono e urlano, i suoi amici. E ride anche lei, l’olandesina, controllando che i suoi amici la guardino ridere. Apparentemente è nel pieno rispetto delle leggi del branco, dove certamente lei non è tra gli Alfa ma tra gli ultimi che devono farsi benvolere dai primi. Perché me la prendo con la ragazzina e non con i maschi così coglioni? Lo so, è scorretto. Una donna non va discriminata neppure nella stronzaggine, nella violenza e nell’orrore di certi comportamenti. Però non è che io sia perfetto, ho anch’io una certa difficoltà ad accogliere nel profondo questa parità perfetta che attribuisce alla donna anche gli aspetti negativi dai quali nel mio confuso immaginario l’ho sempre tenuta lontana. A esempio la credo immune dal contagio delle azioni collettive a cui spesso il gregge trascina e fiera della propria individualità, pure in un contesto sociale. Le donne che conosco io, moglie, figlie, sorelle, amiche e tutte, dalla prima all’ultima, comprese quelle che non vedo più ma che in qualche modo sono entrate nella mia vita, in una simile situazione avrebbero schiaffeggiato il più vicino degli stronzi e poi sarebbero andate via, forse avrebbero chiamato la polizia. Io ci casco sempre e penso che tutte le donne al mondo siano come quelle che stanno intorno a me. E quindi mi sono fatto il film sui retroscena di quella ragazzina che ride con il telefonino e si guarda intorno per controllare se suoi amici la vedono ridere: mi sono immaginato che in realtà sia inorridita e che si sia soltanto beccata una sconsiderata e potente cotta adolescenziale per uno di quei fasci made in Holland. E vorrei parlarle per dirle di fuggire, che quello lancerà anche a lei delle monetine per vederla azzuffarsi con altre donne e illudersi sulla sua superiorità di maschio per dimenticare la sua impotenza molto più umiliante di quella fisica. Vorrei dirle che la sua dignità di giovane donna è più forte e più bella di qualsiasi amore. Forse le direi anche che quello per un uomo simile non può essere vero amore. Boh, chissà cos’altro le direi prima di essere, con ogni probabilità, mandato affanculo.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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