Per andare in Musulmania, mi basta passare sotto il cavalcavia della ferrovia e entrare a Javastraat.
Lì comincia uno dei quartieri mediorientali di Amsterdam.
Ma ormai sta cambiando anche Javastraat.
Anche gli Olandesi autoctoni l’hanno scoperta e già cominciano a spuntare le birrerie fighette e i ristorantini alla moda.
Javastraat è stata scoperta dai “foodies”, i maniaci della cucina, come me, perché ci trovi tutte le verdure mediterranee e praticamente tutto per la cucina turca, marocchina, araba.
Sabato scorso c’era un’articolo sui negozi di Javastraat proprio sul giornale più prestigioso.
E Javastraat è a buon prezzo.
I bottegai si fanno una concorrenza spietata.
Ci sono sempre più clienti olandesi autoctoni.
Sempre di più.
Durerà ancora un paio d’anni e poi finirà in mano a commercianti più ricchi, come è già successo da altre parti.
Fin che c’è, io ne approfitto.
Oggi ho trovato delle belle fave secche spagnole.
E si trovano anche i cardi e la bietola.
Al supermercato olandese ho comprato la carne di maiale e l’ho messa in congelatore: cida chi benit, faa a buddíu!
Al supermercato olandese–eja, quello ufficiale, mi’, quello standard–quasi tutte le cassiere portano il velo.
Come ho già detto, siamo in Musulmania.
Vivo in questo quartiere da tredici anni, in mezzo ai musulmani.
E come ho già detto diverse volte, gli sono grato, perché mi hanno portato quella carne e quelle verdure che mi sono mancate per tanti anni in Olanda.
Gli sono grato perché hanno trasformato–questi turchi e marocchini–questa landa gastronomicamente desolata in un paese normale.
Mi spiego: non sono un “buonista”.
Io bado ai miei interessi.
Ho vicini musulmani e faccio la spesa dai musulmani: perché cazzo dovrei prendermela con i miei vicini e con i miei fornitori?
Forse non tutti lo sanno, ma per il resto i musulmani sono esseri umani come tutti gli altri.
Io li frequento da decenni e ve lo posso garantire.
Certi sono molto simpatici, altri meno.
Con certi parlo, con altri no.
Anzi, confesso di non capire bene come potrei mettere tutte queste persone diverse nello stesso calderone etichettato: ISLAM.
L’ineffabile Ernesto Galli della Loggia–dall’alto delle sue superiori doti intellettuali–invece ci riesce: “Cioè di un insieme di religione, di cultura e storia, riguardante in totale circa un miliardo e mezzo di esseri umani, dove nel complesso (nel complesso, perché vi sono anche le eccezioni e sarebbe da stupidi ignorarle) vigono regole diverse e – questo è il punto decisivo – perlopiù incompatibili con quelle che vigono in quasi tutte le altre parti del mondo. Dove le donne non hanno gli stessi diritti e doveri degli uomini e per le prime può essere considerato un reato perfino guidare un’automobile; dove la distinzione sociale tra sfera religiosa e sfera civile è labile se non assente; dove aprire una chiesa cristiana è perlopiù vietato; dove i regimi politici hanno quasi sempre carattere dispotico e di rado riconoscono le libertà, a cominciare dalla libertà di stampa, che altrove sono invece considerate ovvie; dove – come hanno imparato con il loro sangue le vittime di ieri – la satira contro il potere è sconosciuta e quella contro la religione considerata inconcepibile.” (http://www.corriere.it/editoriali/15_gennaio_08/undici-settembre-europeo-7385d430-96fd-11e4-b51b-464ae47f8535.shtml)
Questa si che è classe!
Dice le stesse cazzate di Salvini e di Gasparri, però le dice da gran signore.
Butta anche lui nello stesso calderone i macellai di IS e il mio macellaio marocchino.
Stamattina sono andato dal macellaio marocchino: eja, quello con la barba integralista che gli arriva fino al petto.
Dovevo andarci.
Era presto, ma il negozio era completamente vuoto.
Non hanno sollevato lo sguardo quando sono entrato.
Si comportavano con un’indifferenza un po’ ostentata.
Quando ho pagato mi ha detto un “Grazie, vicino!” che non c’entrava molto.
Mi chiama sempre così “vicino”–in olandese si fa–ma era quel “grazie” che non c’entrava molto.
Sarà la mia interpretazione, ma quel “grazie” non mi è sembrata la solita formula cortese verso il cliente che paga.
Sono tornato di pomeriggio a Javastraat.
Piovigginava, ma non si vedeva un olandese autoctono nei negozi.
Nulla.
Neanche uno.
Anche negli altri negozi la stessa indifferenza ostentata.
Mica sono scemi, i musulmani.
Se un gran signore come Ernesto Galli della Loggia è in grado–a pagamento, è chiaro–di dire simili cazzate, figuriamoci gli altri.
Perché lo sanno bene che tanta gente scema si dimentica di aver visto le donne musulmane col velo, ma in bicicletta–forse il prode Ernesto non sa che l’islam non coincide con l’Arabia Saudita–addirittura con il burka, ma alla guida di un’auto, con a fianco il marito.
Ma le donne con il burka le vedi si e no un paio di volte all’anno.
Io ho visto–fuori della facoltà di lettere–una ragazza con il velo e il biddio fuori!
Anni fa, quando mostrare l’ombelico andava di moda.
Il Gran Signore Ernesto Galli della Loggia riesce a mettere nello stesso calderone la mia vicina turca simpaticissima–grata per l’eternità, da quando sono saltato dal mio al suo balcone per aprirle la porta, dopo che lei si era chiusa fuori–e Osama Bin Laden.
Un miliardo e mezzo di persone tutte appiattite sotto l’etichetta “musulmano”.
Volti, identità personali, storie individuali, sentimenti, pensieri: tutto schiacciato sotto l’etichetta “musulmano”.
E se questo lo fa quel Gran Signore, figuriamoci cosa faranno gli altri, quelli a cui Ernesto non toccherebbe neppure la mano.
Sarà una mia impressione, ma oggi sentivo odore di paura, a Javastraat.
L’integrazione dei musulmani nella società olandese è diventata ancora più difficile.
Credo in tutta l’Europa.
I macellai di IS hanno centrato il loro obiettivo e, in Italia, hanno trovato un altro utilissimo alleato per la loro campagna di odio.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design