Può, un politico, augurarsi la morte di un essere umano? Salvini ieri ha scritto un post su Facebook in cui si duole del fatto che Schettino sia sopravvissuto. Salvini sa che una buona parte d’italiani, una parte sempre più grande, ritiene che la colpa vada lavata con la soppressione, uccidendo chi ha causato anche involontariamente la morte. Sa che una buona parte d’italiani, una parte sempre più grande, vorrebbe la morte, l’annegamento, il massacro di chi è colpevole della condizione di immigrato, implicita causa di violenza e di altrui privazione. Una buona parte di italiani vorrebbe il codice di guerra in tempi di pace, chiede esecuzioni sommarie, fucilazioni di massa e fosse comuni. Facciamo fuori chi non ci piace senza pensarci troppo. Dico a voi: se Schettino fosse morto, su chi potreste sfogare la vostra rabbia e per chi potreste invocare la ghigliottina?
Un uomo delle Istituzioni, Salvini, nega il senso più profondo delle Istituzioni, rinnega lo Stato fattosi tale per vincere l’anarchia e rifiutare la morte. Un uomo, Salvini, che dice di interpretare i valori della cristianità orchestrando manifestazioni a favore dei presepi a scuola e contro la nascita di nuove moschee. E poi seppellisce sotto l’auspicio della morte il più profondo esempio di Cristo: il perdono, il rifiuto della vendetta, il rispetto della vita. Dicono che parlo troppo di Salvini e che uno così non meriterebbe altra pubblicità, oltre alla mostruosa esposizione concessagli dalla grande stampa. No, non è vero. Perché ci stiamo abituando a ragionare secondo i suoi parametri, Andate a rivedervi le pagine dei quotidiani dell’ottobre 2013, dopo la strage di Lampedusa. Raffrontatele con quelle del naufragio di questi giorni, che conta un numero di vittime simile a quello. Il ridursi della notizia è misura dell’affievolirsi della nostra coscienza.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design