C’è un esercizio semplice semplice che tutti possiamo fare per capire quanto poco affidabile sia l’informazione mainstream (quella dei grandi giornali e delle TV). Prendete i giornali del 2011 (fate una piccola ricerca su google) e leggete le opinioni dei vari opinionisti di regime (Concita Degregorio, Ezio Mauro, De Bortoli eccetera) e vedete come presentavano la guerra del 2011 contro Gaddafi: una rivolta per portare la pace e la democrazia. Ti mettevano di fronte ad un bivio (tipico del fascismo): o con noi o contro di noi, dove il noi stava per democrazia, libertà e giustizia. Come essere contro questi principi? Chi può dirsi contrario alla libertà? Chi può dirsi contrario alla democrazia? Se non accettavi la guerra del 2011 (e non fummo in tanti a protestare allora) eri con la dittatura, eri con Gaddafi ed eri ovviamente contro la democrazia. Tutti sapevamo che la caduta di Gaddafi avrebbe comportato l’avanzata dei terroristi, ma gli opinionisti di regime questo lo omettevano. Napolitano, tutelando gli interessi atlantisti e non quelli dell’Italia, spinse su un riluttante Berlusconi che, per vari motivi, era contrario alla guerra. Guerra che per l’Italia è stata e sarà un disastro: economico (le aziende italiane hanno perso contratti milionari) politici (era forte l’influenza italiana in Libia) e sociali (difficoltà a gestire il flusso immigratorio). Ma questo gli opinionisti di regime non ce lo dicevano. La guerra, in fondo, era cosa già decisa: il loro compito era quello di presentarcela con un volto più suadente Questo discorso, ovviamente, non vale solo per la Libia, ma vale per la Siria (ricordo benissimo che quando iniziai ad occuparmi della guerra civile siriana, fui subito etichettato come “difensore di un tiranno”) e vale oggi per l’Ucraina. Ed è così da tempo. Ricordo la guerra contro la Repubblica Federale Jugoslava (RFJ) del 1999. Ci scrissi un modesto libro sopra. Contai 78 editoriali de La Repubblica nei 78 giorni di bombardamenti e ben 73 erano a favore della guerra. Guerra presentataci con un odioso ossimoro: “guerra umanitaria”. e dal Giappone quando invase la Manciuria. È così che funziona, ahimè. Purtroppo nessuno ora renderà conto ai vari Ezio Mauro, Concita Degregorio e De Bortoli non solo di aver mentito ai propri lettori, ma di aver, con le armi della propaganda, giustificato, appoggiato e spinto verso la guerra e questo disastro umanitario. Come nella prima guerra mondiale quando gli opinionisti di regime spingevano e giustificano la guerra, come in Ruanda quando i giornalisti accendevano l’odio tra le parti (poi generato in uno dei peggiori massacri della storia recente), come in tutti i conflitti dove la principale vittima di guerra è la verità. Nessuno chiederà loro conto di questo, perché ci sarà un’altra guerra e un altro nemico al quale pensare, che si chiami Punti o Isis. Ma non può di certo sfuggire ai più attenti che l’Isis, che ora fa così tanta paura, si è fatto strada in Siria e Libia (ma l’espansione è solo all’inizio) grazie alla nostra guerra, grazie ai nostri finanziamenti e grazie alla giustificazione che i giornalisti di regime hanno dato di questa guerra. Non può di certo sfuggire che questi tagliagola venivano allora definiti “rivoluzionari” e “ribelli” il cui compito era portare la democrazia. Non può di certo sfuggire la responsabilità di questi giornalisti nel creare questo pantano dal quale molto difficilmente usciremo in tempo celeri.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
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Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
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