Puf, toc, pum. Ohi, azz! Ma se invece di rompere le balle con la banda suonando il Padrino stavano più attenti con questa cazzo di bara. E cosa credono, di portare un porco fottuto? Sono un cristiano, io. E ve lo può dire anche don Camalò, che mi ha fatto la messa cantata. Sbrang! Cazzu e vi torri! Mì chi lu cabu è lu meu. Ca è chissu ingiuccazzaddu chi è baddendi cumenti si fussia pusthendi lu candareri e no lu bauri meu? Ragazzi, ragazzi! Davanti a destra chi c’è ammantenendo la cascia? Luiginu Curibruttu per caso? Ditegli di stare attento. Mi sto tutto scomponendo e mi si è storto puro il nodo della cuibatta. Azz, parò, quanta gente. Chissà la futta quando si accorgono che c’è più gente all’accumpagnamentu del meglio dirinquenti di Sassari che alla messa in latino di San Giuseppe. Oh, no si vedi un puritiggu, parò. E vabbé, perdoniamoli. Non è che potevano sbagassarsi all’interru mio che li vedono tutti. Già mi hanno rotto abbastanza le balle quando ero vivo. E di quegli appalti non se ne cava piede, se ne occupi lei. Avanza, me ne occupo io. E bisogna portare un po’ di gente a votare così e cosà. Avanza, li porto io. A calci in culo, se non vogliono andare. E a fotografare la scheda con il telefonino sia, che non mi fido. E c’è uno del tale partito che s’è messo in testa di fare sul serio anche se non è del giro. Avanza, ci parlo io e lo convinco. Già vi abarà famiglia, puru eddu. E abà tutto finiddu. La missa cantadda. E anda bè. A pasthi don Camalò che cu chissu Dies Irae a nosthru signori l’ha fattu affuttà avveru. E daboi chisthu accustheggiu cu la musica di lu Padrinu. E cosa cazzu v’entra Marlon Brundu? Si l’abussia sabuddu prima chi abìani chisthu ravvinu vi l’abìa dittu chi era una caggadda di pinsadda. E cosa vi voi fa’, pizzinni so’. Tutti figli miei, parò. L’hanno capito che anche se domani la Nuova e l’Unione, magari anche quei rompiballe di Sardegnablò o cumenti cazzu si ciamma, ne fanno il culo a mandolino al prefetto e ai purizzotti, ormai il danno è fatto. In chistha ziddai già l’hanno capito chi comandava e chi continua a comandare, puru si eu soggu a Caramasciu. E no vi credete che comandiamo perché vi minazzemmu, vi ischudimmu, vi arrasoggemu, vi ipparemmu. No. Troppu faziri. Noi comandiamo perché avete bisogno di noi. Siamo burattini vostri, tutti mariunetti semmu. E no vi crididdi che sono dicendo al politico sputtanato che non c’è neanche gusto a smerdarlo. A te, sono dicendo. Dottore, avvocato, giornalista, tecnico di compute o la marasosthi chi si ciamma, a voi signore curisthrinti e bocca a culo di gallina, a te che sei già dicendo all’incrocio: “Che vergogna, il traffico bloccato per il funerale di quel mafioso”. A voi sto dicendo. Tranquilli, parò. Tutto continua anche daboi lu meu interru, dopo il mio funerale. Se avete bisogno di un favore, è come se non ero mai morto. Basta a pagare. Dinà e potere, quello vero. Non è che chiediamo molto, già lo sapete. Pom! Ohia, marasosthi chi t’accudia, e poni afficcu, parò!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Jacqueline: il mio primo amore. (di Giampaolo Cassitta)
La strana storia del Dr. Gachet. (di Giampaolo Cassitta)
Temo le balle più dei cannoni (di Cosimo Filigheddu)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Elisa o il duo Mamhood &Blanco? (di Giampaolo Cassitta)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Morto per un infarto Gianni Olandi, storico corrispondente da Alghero della Nuova Sardegna (di Gibi Puggioni)
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