La malattia è una strega. Una strega stronza che ruba la mielina. Per colpa sua le gambe non rispondono più, la vita somiglia a una gara a ostacoli, tutto diventa maledettamente complicato. Ma con le gambe ci si può dialogare, si possono evocare ricordi e persino scherzare. E allora, nell’attesa di una fata chimica che scacci la strega, non resta che affrontare la convivenza obbligata restando se stessi, adoperando la fantasia e l’ironia, con uno sguardo più attento all’odiosa indifferenza di una società solo apparentemente civile.
Per una curiosa coincidenza, mi sono imbattuto nelle “Avventure semiserie delle mie gambe” con in testa l’angosciante e quasi violento racconto dell’amputazione della gamba di Etienne nelle “Vite che non sono la mia” di Emmanuel Carrère. Anche per questo sono rimasto colpito dall’atmosfera quasi spensierata che si respira nel libro di Noria Nalli, giornalista e blogger piemontese affetta da sclerosi multipla. Una sorta di autobiografia, in cui l’attitudine al gioco della protagonista, la sua natura sognante diventano le chiavi per interpretare la nuova vita che ha dovuto affrontare.
Noria dialoga con le sue gambe. E lo fa con frasi e parole, inviti e riflessioni che potrebbero appartenere a una bambina, tanto sconfinano in un’apparente ingenuità. È il suo modo di esorcizzare la strega. Come gli acrostici, passione di bimba che il diluvio digitale non è riuscito a spazzare via. La luce, in queste pagine, non si spegne mai, nemmeno quando il racconto affronta argomenti delicati e spinosi, le attività negate e le passioni immaginate, la scarsa propensione dei locali pubblici a essere realmente pubblici e le paure di restare fermi mentre la terra trema e tutto crolla. Qual è, dunque, il peso della disabilità? Forse in queste parole: “di fronte al dramma dei migranti, del popolo siriano, curdo, dei molteplici luoghi del mondo in cui in furia la guerra, io vorrei alzarmi, camminare e muovermi spedita per fare qualcosa”.
“Avventure semiserie delle mie gambe” è un libro drammatico scritto come una favola, senza accenti drammatici, pieno di vita. Ed è ciò che lo rende speciale.
Nessuno
Osi
Rubare
Innocenti
Astrazioni
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design